Roy Haynes, morto il “padrino del ritmo” del jazz

Il leggendario batterista si è spento a 99 anni a New York

Roy Haynes, addio al "padrino del ritmo" del jazz 

Roy Haynes, morto il “padrino del ritmo” del jazz

Il mondo del jazz piange la morte di Roy Haynes, uno dei giganti della batteria, che si è spento martedì 12 novembre 2024 all’età di 99 anni nella contea di Nassau, New York, dopo una breve malattia. La notizia è stata confermata dalla figlia, Leslie Haynes, che ha comunicato l’accaduto ai media statunitensi.

Nato il 11 marzo 1925 a Roxbury, Massachusetts, Haynes è stato uno dei musicisti più influenti del jazz moderno, noto per la sua abilità tecnica e la sua capacità di adattarsi a stili diversi, dal bebop all’avanguardia. Durante una carriera che ha attraversato decenni, è stato definito il “padrino del ritmo” per il suo stile unico e la sua capacità di trasformare il ruolo della batteria nel jazz. La sua energia esplosiva, la sensibilità musicale e la capacità di creare groove coinvolgenti gli hanno permesso di lavorare con alcuni dei più grandi nomi della musica mondiale, da Charlie Parker, Lester Young e Sarah Vaughan a Miles Davis, John Coltrane e Thelonious Monk.

Foto By Marek Lazarski – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=115564025

Il suo esordio risale agli anni Quaranta, quando, ancora adolescente, iniziò a suonare la batteria a Boston. La sua tecnica straordinaria attirò rapidamente l’attenzione di importanti jazzisti, e nel 1945 si trasferì a New York. Qui, entrò nel gruppo di Lester Young (dal 1947 al 1949), iniziando a emergere come una delle figure più promettenti della scena jazz. La sua batteria, al contempo delicata e potente, riusciva a interpretare con uguale maestria sia le melodie più morbide che quelle più intense.

Nel corso degli anni Cinquanta, il suo repertorio di collaborazioni si ampliò ulteriormente, con la partecipazione a band di Charlie Parker (1949-1952), Stan Getz, Sarah Vaughan (1953-1958), Thelonious Monk, Miles Davis, e Chick Corea. Con Parker, fu uno dei protagonisti della storica evoluzione del bebop, mentre con John Coltrane, sostituendo Elvin Jones in alcuni momenti critici, contribuì a una delle epoche più infuocate del jazz.

Gli anni Sessanta segnarono una nuova fase della sua carriera, con Haynes che divenne un leader a tutti gli effetti, fondando il gruppo Hip Ensemble e continuando a collaborare con altri grandi nomi del jazz come Eric Dolphy e Gary Burton. Durante questi anni, la sua abilità nel mescolare stili e influenze divenne ancora più evidente. Haynes non era solo un batterista virtuoso, ma anche un leader carismatico in grado di guidare e motivare i suoi compagni di band.

Oltre a essere apprezzato per la sua versatilità e la sua abilità tecnica, Roy Haynes è stato insignito di numerosi premi nel corso della sua lunga carriera. Nel 1994 ricevette il prestigioso Danish Jazzpar Prize, nel 1995 il NEA Jazz Masters Award, e nel 2004 fu inserito nella Down Beat Jazz Hall of Fame. Nel 2011, a coronamento di una carriera straordinaria, gli fu assegnato un Grammy Award alla carriera.

La sua morte segna la fine di un’era per il jazz, ma il suo lascito rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo di tutti gli amanti della musica. Haynes ha ridefinito il ruolo del batterista nel jazz, portando innovazione e profondità ritmica in ogni sua esibizione, e le sue registrazioni continuano a essere una fonte di ispirazione per generazioni di musicisti.

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