Perché non c’era Carlo Pagnotta alla confstampa di Umbria Jazz?

ma perché nessuno di dice come mai non c'era?

Perché non c'era Carlo Pagnotta alla confstampa di Umbria Jazz?

Perché non c’era Carlo Pagnotta alla confstampa di Umbria Jazz?

del Direttore, Marcello Migliosi
Punto primo, Carlino Pagnotta non sta male, né aveva bisogno di “riposarsi” per il concerto di questa sera. Carlo Pagnotta, direttore artistico – da 50 anni – di uno dei più grandi festival jazz del mondo di cui è anche il fondatore – è semplicemente “incazzato”.

Punto secondo, ma perché nessuno di dice come mai non c’era?

Nel 2023, anno del 50ennio, a Carlo Pagnotta dovrebbe scadere il contratto di collaborazione – fa un po’ ridere ma è così –  con la sua creatura. Lo stabilirebbe lo statuto, clausola che, se non andiamo errati, lui stesso contestò apertamente una decina di anni fa.

Fatto sta, ed è da mesi che si vocifera, gli si starebbe preparando il piatto per dargli il “benservito”. Che piaccia o meno, quest’uomo del leone ha fatto la storia del jazz in Italia e non solo. E, per dirla come dice qualcuno che di organizzazione eventi se ne intende, è stato in grado – per lo meno in Umbria – di creare quella filosofia per la quale organizzare eventi è possibile. Datevi uno sguardo attorno e vedrete quanti e quali festival sono nati nel corso degli anni e parliamo di eventi – senza far torto a nessuno – che quando vanno in scena sbancano i botteghini. E ditemi, se non ci fosse stato Carlo Pagnotta a dare il via a questa possibilità, secondo voi sarebbe stata l’Umbria un caleidoscopio di eventi che si rincorrono? No!

Carlo questa mattina sarebbe potuto andare anche in conferenza stampa, ma le sue “azioni” non avrebbero subito il rialzo che hanno registrato nelle ultime ore. I giapponesi, nelle arti marziali, dicevano “sen no sen”, prima di prima e lui lo ha fatto.

La sua assenza di questa mattina ha fatto più rumore dell’ottima riuscita di questa ultima edizione, ha fatto più rumore della valanga di note che sono state riversate per le strade, per le vie, nelle radio, online, nelle tv e all’arena Santa Giuliana.

In una città, Perugia, che ci piace ricordarlo amaramente, non ha ancora un “tempio” dedicato al jazz, non ha, di fatto, un luogo suo per i concerti. E non mi venite a dire che “tanto è estate” che chi, come me – scusate la prima persona – ha rifondato il Jazz Club Perugia, vi ricorda che i concerti – anche fior fiore di questi – sono stati organizzati in pieno inverno.

Vi immaginate cosa può significare Umbria Jazz senza Carlo Pagnotta? Con tutti i suoi brutti difetti l’attuale direttore artistico è anche uno che se prende una cantonata, sa tornare indietro e, credetemi, sa anche chiedere scusa.

Ci siamo scontrati, a volte forte, anche su scelte – parlo di quelle che mi competevano ovvio – opinabilissime. Su scelte che, purtroppo, avrebbero cambiato anche un pezzetto della storia jazzofila della Perugia del swing. E’ “caprone”, ci dicevamo io e Nicola Miriano, ma sa il fatto suo e ipotizzare il futuro dei festival senza Pagnotta sembrava e par, in ogni caso, anche ora impossibile.

Con chi ce l’ha Carlo? Beh, conoscendolo, sarà lui prima o poi a dirlo, magari “sbottando” un rodimento che lo accompagna da molto tempo ormai. La sua sostituzione? Sì, perché al centro di improvvide ipotesi operative, secondo me, c’è questo problema, quello che lo statuto aveva previsto e a chi competa il cambio.

Ma se si vuol del male ad Uj  – Festival dei Due Monti/Giancarlo Menotti e figlio insegna – basta fare mosse azzardate. Certo, come dice lui, “basta con quelli coi capelli bianchi a organizzare”, ma poi ogni anno è capace di riservare edizioni coi “controcazzi” e, a dispetto di tanti, anche gironzolando a 90anni in giro per la sua Perugia.

Che piaccia o no Carlo Pagnotta è Umbria Jazz. Nessuno è inamovibile certo, ma c’è anche – e non è poco – un sentimento che si chiama gratitudine e riconoscenza per quanto ha fatto per mezzo secolo. Allo stato attuale delle cose vediamo chi sarebbe il candidato possibile? No cari miei, non c’è. Per carità lui avrà mille colpe nel non aver creato un possibile sostituto, ma e se è vero come è vero che ora dovrebbe competere alla politica, non credete sia opportuno affiancargli qualcuno di sua fiducia da far crescere? A patto che poi sia in grado di stargli dietro nelle notti perugine del jazz. A Umbria Jazz ci sono un sacco di cose da rivedere, magari anche chi non sa la differenza tra una pentatonica o una di Bela Bartok, tra queste non c’è certo la direzione artistica. Ciao!

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