Quota salvezza ad un passo, per il Perugia nuovi orizzonti

Ascoli batte il Perugia 1 a 0 e si rilancia, il Grifo perde e ritorna alla dura realtà

Quota salvezza ad un passo, per il Perugia nuovi orizzonti

di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA – Dopo la prima di ritorno – dolorosa scofitta interna subita ad opera del modesto Pordenone – si erano levati lamentosi “de profundis” per il Perugia e per Alvini, il “conducator” dei grifoni.

Nelle successive cinque partite la squadra ha messo in cascina quattro vittorie ed un pareggio, 8 gol fatti e 2 subiti (si sale a 3 con la rete dei friulani). Ed ora anche le lacrimose prefiche innalzano osanna ed alleluja all’undici del tecnico di Fucecchio, ritenuto “perfetto” nelle scelte iniziali e nelle sostituzioni, che si erano rivelate – agli occhi degli ipercritici – il suo tallone di Achille.

Gli amanti delle statistiche prefigurano che – se i grifoni mantenessero lo stesso ritmo di queste prime sei gare del girone di ritorno – si potrebbe agguantare la quota di 67 punti… Risultato da far ingalluzzire anche il più tiepido degli appassionati del Grifo.

Meglio, comunque, ed anche più giusto, guardare avanti con entusiasmo, certo, ma “cum juicio”, per dirla col Manzoni. I prossimi tre appuntamenti (Benevento al Curi, Brescia in trasferta, Lecce di nuovo in casa) sono di difficoltà tale da far tremare le vene dei polsi. Tuttavia una formazione che vanta una consolidata identità di gioco, una pimpante e continua aggressività e, si spera, nervi saldi, può affrontare le cosiddette corazzate del campionato con la scioltezza e la serenità di chi ha tutto da guadagnare e ben poco da perdere.

Intanto l’undici biancorosso sembra aver imboccato, con decisione, la strada del gol, mentre prima si inerpicava lungo un viottolo in salita e piuttosto accidentato. Dimostra, insomma, una maggiore concretezza, incisività e precisione.

Merito di tutti (assommano a 13 gli autori delle reti biancorosse), ma pure dei nuovi arrivati, scelti dal ds Marco Giannitti, che si appalesano bramosi di riscatto rispetto alle loro recenti e non felicissime esperienze. Beghetto non ha segnato ancora, ma D’Urso (un gol) e Olivieri (due), sì. Quest’ultimo in particolare appare come rinato: nel Salento era rimasto a becco asciutto in 19 presenze.

In Umbria dopo 5 apparizioni (due da titolare, tre da subentrante) é riuscito a gonfiare la rete due volte con splendidi gioielli tecnici: col Frosinone in semi rovesciata, con l’Alessandria con un destro rasoterra, chirurgico, sul secondo palo, una vera e propria stoccata, dopo aver raccolto e controllato l’assist di Kouan ed essersi liberato, con finta tanto elegante quanto efficace, del difensore Mantovani.

Se si considera, in aggiunta, che Alvini, in queste ultime giornate, giocate a distanza ravvicinata di tre-quattro giorni, ha cambiato la squadra una volta per 8/11, un’altra per 9/11, senza perdere in campo l’identità della manovra e tutto sommato neppure tanta qualità, non si può non concludere che il futuro può tingersi davvero di rosa. Sempre con misura, con prudenza, senza insuperbirsi e montarsi a testa.

A proposito dei cambi e del fatto che Alvini rifiuta, per le sue decisioni, il termine di “turn over” (inglesismo da respingere, a prescindere, considerato che in italiano esistono termini come ricambio, alternanza, avvicendamento) andrà chiarito – senza voler indossare i panni dell’avvocato del tecnico, in grado di difendersi da solo – che si tratta di scelte mirate, assunte col qualificato contributo dello staff, che controlla di giorno in giorno il recupero e lo stato di forma dei giocatori non ad occhio, ma grazie a strumentazioni tecnico-scientifiche, tali da “fotografare” in maniera oggettiva lo stato di forma degli atleti.

Torniamo alla classifica. Già vedere gli umbri come i migliori tra i club neo-promossi e persino i castigamatti del torneo, dopo i patimenti dell’amarissima retrocessione, beh, é come inspirare una fresca, balsamica boccata di ossigeno dopo essere stati costretti ad una lunga, lunghissima apnea in un ambiente fetido, lezzoso, graveolente. Auguriamoci di poter continuare a respirare, a pieni polmoni e senza affanno, fino all’estate.

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