Perugia Calcio, presentati Di Noia e Minelli acquisti di gennaio

Perugia Calcio, presentati Di Noia e Minelli acquisti di gennaio

Il laterale sinistro e il portiere i rinforzi per riconquistare la serie B

di Elio Clero Bertoldi
Ecco quelli del “tiro mancino”. Non solo perché il loro piede preferito é il sinistro, ma perché vorrebbero fare uno sgambetto al loro destino personale (ultimamente poco favorevole) ed agli avversari (mettendoli fuori gioco nella corsa alla promozione).

I loro nomi? Giovanni Di Noia e Stefano Minelli. In campo indossano, rispettivamente, la maglia numero 10 (quella dei “grandi”) e la 25. Uno viene dal sud, l’altro dal nord. Ed hanno la stessa età: 26 anni. Sono il Castore e Pollùce, gli Eurialo e Niso (inseparabili, almeno nelle intenzioni) del Perugia.

Il primo é un barese, che spiega la sua “discesa” dalla B alla C con poche parole: “Per rimettermi in gioco e perché il Perugia non ha nulla a che fare con questa categoria”. “Il mio ruolo preferito? Non ce l’ho. Mi adatto. Posso giocare da terzino sinistro di fascia, da mezzala, da esterno offensivo… Mi piacciono gli inserimenti e la ricerca della conclusione… Mi garba il tipo di gioco predicato da Caserta. Arrembante, propositivo.” Negli ultimi tempi non ha giocato molto… “Verissimo. Ma lo stato di forma é buono e comunque mi sto allenando forte per arrivare al top. Semmai é il ritmo partita che mi manca”. A chi gli chiede il modello di giocatore al quale, nella sua mente, mira, non si tira indietro. “Mi piace il Cambiasso di quando indossava la casacca dell’Inter, i suoi tempi di inserimento e Vidal, per il suo spirito combattivo“.

Il secondo é un bresciano, portiere di ruolo. “Perché Perugia? Sono venuto a giocarmela. Col Padova avevo disputato 26 partite arrivando alle finali dei play off. Poi si era aperta una occasione alla Spal, in quanto Berisha si era infortunato. Quando é il collega é tornato in campo mi sono trovato chiuso. Qui posso contendermi, lealmente, una maglia. E proverò a prenderla con tutto l’impegno possibile. Ma ho anche un’altra mira: riconquistare sul campo la B”. Anche lui ha i suoi “campioni” preferiti. “Non essendo altissimo (1,84, nda) mi ispiro a portieri, grosso modo della mia statura come il brasiliano Julio Cesar e lo sloveno Jan Oblak dell’Atletico Madrid. Debbo confessare che mi va a genio anche la partecipazione al gioco che agli estremi difensori chiede l’allenatore: la maggiore responsabilità, il giocare la palla. Non l’ho mai sperimentato in precedenza, nonostante appena arrivato al Curi il magazziniere mi abbia fatto ricordare il mio assist in una partita col Brescia nei minuti finali, che mi regalò una incredibile soddisfazione. Chissà che qui non possa arrivare – aggiunge con un sorriso – al gol…”

Sulla corsa alle zone alte é categorico. “Le pretendenti al titolo sono quattro-cinque: Sudtirol, Padova, Triestina… Ci puntano anche Feralpisalò e Cesena. Ma noi vogliamo giocarcela fino in fondo”

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