Scorched or Blackened al Festival dei 2Mondi

Per la prima volta un progetto di arte e design finalizzato a promuovere un’economia del futuro

Ai nastri di partenza l'edizione 2018 del Festival dei Due Mondi
Ai nastri di partenza l'edizione 2018 del Festival dei Due Mondi

Scorched or Blackened al Festival dei 2Mondi

Per la prima volta un progetto di arte e design finalizzato a promuovere un’economia del futuro con radici nella qualità e nell’esperienza delle aziende umbre, entra a tutti gli effetti all’interno delle iniziative organizzate nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto: la scelta originale è della Regione Umbria, che forte del successo riportato dal 12 al 17 aprile al Fuorisalone di Milano, ha scelto di riproporre l’installazione denominata Scorched or Blackened all’interno della Chiesa Santa Maria della Manna D’Oro in Piazza Duomo a Spoleto.

L’installazione, frutto di un progetto realizzato dalla Regione Umbria in collaborazione con ABA, l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, sarà inaugurata venerdì 24 giugno alle ore 18, alla presenza dell’assessore regionale alla cultura, Fernanda Cecchini, del rettore dell’Università di Perugia, Franco Moriconi, del presidente dell’Associazione Industriali dell’Umbria, Ernesto Cesaretti, del direttore del Festival dei Due Mondi, Giorgio Ferrara, del direttore di Aba Perugia, Paolo Belardi.

Il progetto realizzato dalla Regione in collaborazione con ABA, si inserisce in un’azione di branding territoriale per valorizzare le risorse del territorio da mettere al servizio dell’impresa favorendone così l’attività di comunicazione e marketing. Protagonista del progetto è Monk, il font prodotto dalla Accademia di Belle Arti di Perugia, su commissione della Regione Umbria, per Expo2015.

Il carattere tipografico riproposto nell’installazione Schrched or Blackened, si trasforma in una sorta di monolite che evoca aspetti forse insoliti, ma certo tra i più emozionali dell’Umbria: dalla foresta fossile di Dunarobba alla Porziuncola di Assisi, fino al “Grande Nero” di Alberto Burri.

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