Suicidio Assistito, Laura Santi annuncia azioni legali contro AUSL

Laura Santi è una donna di 48 anni, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla

Fine vita, la ASL di Perugia dice “no” alla richiesta di Laura Santi

Suicidio Assistito, Laura Santi annuncia azioni legali contro AUSL

Laura Santi è una donna di 48 anni, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, che il 20 aprile 2022 ha deciso di presentare – all’azienda sanitaria competente –  la richiesta per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni ai sensi della sentenza costituzionale n. 242/2019, ovvero per accedere al c.d. aiuto al suicidio assistito.  La verifica delle condizioni era stata effettuata dalla commissione medica a novembre dello scorso anno, ma la relazione è incompleta e manca il parere del Comitato Etico pertanto la procedura non si è conclusa.

Qualche giorno fa Laura Santi aveva dichiarato: “E’ impressionante sapere che aspetto da oltre un anno la risposta della AUSL alla mia richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere all’aiuto medico alla morte volontaria. Per le persone malate che soffrono si tratta di un tempo infinito. […] Per questo sto valutando la possibilità di procedere per vie legali”. Durante la conferenza stampa spiegherà come intende procedere, con il supporto di Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente  Segretaria  e Tesoriere Associazione Luca Coscioni, fisicamente con lei a Perugia. 

APPROFONDIMENTO

Le condizioni previste dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte Costituzionale per accedere all’aiuto al suicidio medicalmente assistito – che ha valore di legge e attualmente regolamenta il tema nel nostro paese – sono le seguenti:

  • 1) la persona deve essere affetta da una patologia irreversibile;
  • 2) la patologia causa sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputa intollerabili;
  • 3) la persona deve avere la piena capacità di prendere decisioni libere e consapevoli;
  • 4) deve essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Questa condizioni della persona, insieme alle modalità per procedere all’aiuto al suicidio medicalmente assistito, devono essere verificate dal SSN previo parere del comitato etico competente, come accaduto nel caso di Federico Carboni, la prima persona in Italia ad accedere al “suicidio assistito” senza che l’aiuto fornito configurasse reato, anche se solo dopo oltre 20 mesi dello stesso calvario vissuto ora da Laura Santi.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*