Quindici famiglie messe alla porta, accade a Castel del Piano, ecco perché

Quindici famiglie messe alla porta, accade a Castel del Piano, ecco perché

Quindici famiglie il 2 febbraio saranno messe alla porta, tra loro anche bambini, invalidi al 100 per cento, chi ha problemi di deambulazione ed altro. Stiamo parlando dello stabile che si trova in Strada Canonica a Castel del Piano, località di Perugia. L’edifico è il noto Parco degli Olivi.

L’avvocato, Alessio Radicioni, che rappresenta alcune famiglie ha depositato in extremis un’istanza al giudice dicendo che il provvedimento è del 25 gennaio e le famiglie non hanno avuto, anche volendo il tempo tecnico e materiale per poter trovare una sistemazione diversa.

Per poter capire meglio le cose e il perché queste famiglie saranno buttate fuori occorre fare qualche passo indietro, di 8 anni.

A spiegare i singoli passi è lo stesso avvocato. “Tutto nasce nel lontano 2014 quando il Comune di Perugia rilascia una concessione edilizia per realizzare un complesso destinato ad attività ricettiva, una casa vacanze. Il costruttore, noto palazzinaro romano, fraziona questi appartamenti. Da un’unica particella ne diventano molto di più, una quarantina: tra appartamenti e garage ed inizia a vederli come se fossero civili abitazioni. Il Comune – dice il legale – si accorge di questa cosa e ordina la rimessione o riduzione in pristino della struttura, in quanto era stata realizzata un’opera completamente diversa e ne nasce un contenzioso, tra il costruttore e il Comune di Perugia, dove il Consiglio di Stato conferma la correttezza dell’operato del Comune e la vicenda termina lì, da un punto di vista amministrativo”.

Le cose con il passare del tempo peggiorano. “A dicembre 2019 – continua l’avvocato – il Comune di Perugia intima al costruttore e alle persone che avevano acquistato l’immobile di rimetterlo a posto sopprimendo le singole sub particelle oppure il bene lo avrebbe acquisito l’Ente ai sensi della legge. Fin qui l’operato del Comune è correttissimo”.

Passano gli anni e il Comune scopre che il costruttore non aveva più pagato il mutuo alla Banca Intesa e quindi ha iniziato un’esecuzione immobiliare. “Il Comune, però – riferisce l’avvocato – non può dar seguito all’acquisizione perché c’è un esecuzione, ignorando la normativa amministrativa e quella codice penale. Immobile è passato di proprietà del Comune che ha l’obbligo di acquisirlo”.

Interviene l’istituto bancario. La banca volendo l’immobile libero ha richiesto ed ottenuto una serie di ordini di rilascio e, pertanto, il 2 febbraio 2022 una quindicina di famiglie saranno messe alla porta.

Che cos'è l'esecuzione immobiliare
L’esecuzione immobiliare è un’esecuzione forzata che avviene sull’immobile con l’obiettivo di sottrarre l’immobile al debitore nel caso in cui non adempia al proprio debito. Per attivare la procedura è necessario entrare in possesso del titolo esecutivo con il quale si attesta il suo diritto di credito.

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