Promozione famiglia, tavoli e protocolli, ma le risposte?

Ci si aspettava qualcosa in più che solo protocolli su natalità e famiglia

Promozione famiglia, tavoli e protocolli, ma le risposte?

“Apprendo con favore la notizia dell’avvenuta stipula di un protocollo d’intesa siglato oggi tra la Regione Umbria e la Provincia Autonoma di Trento per la promozione e la diffusione di buone pratiche per il benessere della famiglia. È ormai buona prassi evidentemente di questa maggioranza non condividere atti così importanti né con la Commissione pertinente, la Terza Commissione consiliare, né con il Consiglio regionale. Ma per la filosofia del ‘meglio farle e poi dirle che non farle per niente’ ben venga una relazione strutturata con la Provincia di Trento che da anni promuove a sistema politiche e servizi per le famiglie e per la natalità”.

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Andrea Fora

E’ quanto sostiene il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico). “Senza nulla togliere all’importanza dell’atto – spiega Fora – il problema è che, a tre anni dall’insediamento, da questa Giunta, sostenuta da una forza politica che ha fatto della famiglia e della natalità la propria bandiera in campagna elettorale, francamente ci si aspettava qualcosa in più che solo protocolli. Continuiamo a leggere della costituzione di Osservatori sulla povertà, stipula di protocolli di intesa sulle famiglie, gruppi di lavoro, ricerche, studi, buone pratiche, mentre le famiglie attendono risposte concrete.

Sono tre anni che giace in Terza commissione una mia proposta su ‘natalità e servizi per le famiglie’, che vuole rispondere in termini non ideologici ai problemi della nostra regione con interventi economici concreti volti a sostenere la natalità, le giovani coppie e le famiglie, deprivate da servizi quali asili nido efficienti e con orari prolungati, sostegni al lavoro di cura per gli anziani, reti di welfare efficienti”.

Foto di jas da Pixabay

“Nessuna risposta concreta – prosegue – in un periodo in cui le famiglie soffrono sempre di più, il tasso di povertà aumenta, portando l’Umbria a raggiungere i primi posti in classifica nazionale in relazione alla povertà e alle famiglie indigenti, diminuisce sempre più il tasso di natalità, diminuiscono i servizi di welfare. La Provincia di Trento è regione autonoma e ha fatto del welfare uno dei capisaldi della propria azione amministrativa in questi anni. Sarebbe bene che la Lega imparasse da Trento che la programmazione si alimenta con azioni concrete e non solo con Osservatori e Tavoli di coordinamento.

Mentre invece da tre anni a questa parte è stata smantellata l’intera rete di welfare della nostra regione, gli anziani lasciati sempre più soli e a carico delle famiglie, l’assistenza domiciliare pubblica tagliata, gli invii nelle RSA di anziani non autosufficienti completamente bloccati da mesi, le giovani coppie lasciate sole. Sono mesi che in Consiglio regionale chiedo interventi strutturali per la povertà e per le famiglie, che in Terza commissione facciamo audizioni di associazioni e cooperative sociali che lamentano la grave situazione di anziani e famiglie a fronte dei tagli subiti e dei gravi problemi che gravano sulla rete dei servizi socio-sanitari della nostra regione. Su tutto ciò nessuna risposta, un silenzio assordante che la dice lunga sulla reale importanza che la maggioranza attribuisce al welfare e alle politiche sociali”.

“Farebbero bene l’assessore Coletto e la Giunta – continua Fora – oltre che a firmare protocolli di intesa, a intervenire concretamente per dare risposte agli umbri, alle famiglie umbre, con servizi e sostegni. Se vogliamo sostenere con i fatti le famiglie non bastano gli annunci e gli Osservatori ma servono, in maniera urgente e non più rimandabile, interventi strutturali che rafforzino la rete di welfare sempre più debole che tutti ormai lamentano. Cittadini, operatori del settore, volontariato, cooperative.

Auspico che la Provincia di Trento sia un esempio per i miei colleghi, affinché si inizi a percepire seriamente che non si può considerare il sociale l’ultima ruota del carro, il campo dove basta fare annunci e intese, dove basta intervenire con qualche intervento frammentato per dire ‘l’abbiamo fatto’. Il grido di allarme che arriva dalle comunità e dalle famiglie è sempre più forte. Non c’è più tempo, né per osservare, né per studiare. Servono fatti concreti, risposte, risorse economiche. Così si sostengono le famiglie, non con gli slogan e le bandiere”.

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