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Povertà e dignità: AIACE chiede un limite vitale di impignorabilità per i lavoratori
Povertà e dignità – Secondo l’ultimo Report Annuale sulla Povertà pubblicato dall’Istat il 17 ottobre 2024, oltre 2,2 milioni di famiglie italiane vivono in condizioni di povertà assoluta, pari all’8,4% del totale, mentre il fenomeno riguarda quasi 5,7 milioni di individui, il 9,7% della popolazione. La povertà relativa colpisce oltre 2,8 milioni di famiglie (10,6%) e interessa circa 8,5 milioni di persone, con un’incidenza del 14,5%, in lieve crescita rispetto al 2022.
Il rapporto evidenzia forti disuguaglianze: tra le famiglie con almeno un membro straniero, il tasso di povertà assoluta raggiunge il 30,4%, mentre scende al 6,3% per i nuclei composti solo da italiani. Il quadro delineato sottolinea come il precariato e i bassi salari contribuiscano a una precarietà economica che spinge molte famiglie verso l’indebitamento cronico e il rischio concreto di insolvenza.
L’attuale normativa e le sue lacune
AIACE, associazione di consumatori impegnata nella tutela dei più deboli, pone l’attenzione su una criticità normativa: la disparità nel trattamento tra pensioni e stipendi riguardo alla soglia di impignorabilità. La legge n. 142 del 2022 ha stabilito che le pensioni non possono essere pignorate per importi inferiori a 1.000 euro, garantendo così un “minimo vitale” ai pensionati.
Questa protezione, tuttavia, non si applica agli stipendi. L’attuale disciplina, regolata dall’art. 545 del codice di procedura civile, permette il pignoramento di un quinto dello stipendio netto, indipendentemente dall’importo totale. In molti casi, i salari già insufficienti a coprire i bisogni essenziali vengono ulteriormente ridotti, compromettendo la capacità delle famiglie di far fronte alle spese primarie.
Un intervento legislativo necessario e urgente
AIACE sottolinea l’urgenza di estendere ai lavoratori la stessa soglia di impignorabilità prevista per i pensionati. La mancanza di un limite vitale sugli stipendi appare, secondo l’associazione, iniqua e discriminatoria, poiché non tiene conto delle necessità quotidiane dei lavoratori e delle loro famiglie.
L’associazione propone di modificare l’art. 545 del codice di procedura civile, introducendo un limite minimo al di sotto del quale lo stipendio non possa essere pignorato, in linea con il criterio adottato per le pensioni. Tale modifica garantirebbe ai lavoratori un margine di sicurezza economica, riducendo il rischio di esclusione sociale e salvaguardando il diritto a un’esistenza dignitosa sancito dall’art. 3 della Costituzione.
AIACE pronta a promuovere una proposta di legge popolare
Nel caso in cui il Parlamento non intervenisse tempestivamente, AIACE ha annunciato l’intenzione di promuovere una proposta di legge d’iniziativa popolare. Come previsto dall’art. 71 della Costituzione, l’associazione si impegnerà nella raccolta delle firme necessarie per presentare una proposta che modifichi l’art. 545, estendendo la soglia di impignorabilità agli stipendi.
Questo passo, secondo AIACE, non solo risponderebbe a una necessità sociale impellente, ma rappresenterebbe anche un atto di giustizia nei confronti di milioni di lavoratori italiani che vivono in condizioni di precarietà economica.
Il ruolo dell’associazione e l’appello al Parlamento
AIACE, in qualità di rappresentante di interessi diffusi nella società, ribadisce il proprio impegno nella tutela dei consumatori e dei soggetti economicamente più vulnerabili. L’associazione richiama il Parlamento alle proprie responsabilità, invitando i legislatori a colmare questa lacuna normativa e a garantire un trattamento equo tra pensionati e lavoratori.
Il mancato intervento rischia di perpetuare una situazione di disuguaglianza e ingiustizia sociale, con conseguenze gravi per il tessuto economico e sociale del Paese. L’introduzione di una soglia vitale per gli stipendi, conclude AIACE, rappresenterebbe un segnale concreto di attenzione verso i diritti dei cittadini e il rispetto della loro dignità.
Conclusione: un appello per la dignità
L’appello di AIACE si inserisce in un contesto di crescente disagio economico, come evidenziato dai dati ufficiali dell’Istat. In un Paese in cui quasi il 10% della popolazione vive in povertà assoluta, garantire un minimo vitale per gli stipendi non è solo una questione economica, ma un dovere morale e costituzionale.
Il tema della soglia di impignorabilità diventa così una battaglia per i diritti e la dignità dei lavoratori, una battaglia che AIACE è pronta a portare avanti con determinazione e fermezza.
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