Patto Nazionale tra Stato e Aziende per Affrontare l’Emergenza Carceraria

Lo propone il senatore Walter Verini, ispirandosi al "modello Giubileo"

Verini: "Urge affrontare il dramma delle carceri italiane"

Patto Nazionale tra Stato e Aziende per Affrontare l’Emergenza Carceraria

Patto Nazionale – Un grande patto nazionale per affrontare l’emergenza carceraria. È questa la proposta avanzata dal senatore Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia e capogruppo in Commissione Antimafia, che suggerisce di ispirarsi al “modello Giubileo” per risolvere la crisi di sovraffollamento e umanizzare le pene detentive.

Secondo Verini, la situazione delle carceri italiane è insostenibile: oltre il 32% in più rispetto alla capacità prevista e un numero drammatico di suicidi, che nel 2023 ha raggiunto quota 89 tra detenuti, oltre a 7 agenti di polizia penitenziaria. «Le carceri non possono essere luoghi di abbandono e vendetta – afferma –. Serve coraggio e pragmatismo per intervenire rapidamente».

L’appello del Papa, che durante una visita a Rebibbia ha chiesto “forme di amnistia”, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di misure di clemenza per alcuni detenuti. Verini propone un’azione concreta, coordinata tra ministero della Giustizia, associazioni imprenditoriali e amministrazioni locali. Il piano prevede il coinvolgimento delle imprese di vari settori – edilizia, agricoltura, artigianato e turismo – per creare opportunità lavorative per i detenuti prossimi alla fine della pena o che abbiano commesso reati minori.

Un elemento centrale della proposta è la formazione dei detenuti. Lo Stato dovrebbe organizzare corsi professionali, mentre l’Anci individuerebbe soluzioni abitative per coloro che non hanno un domicilio. Questo schema, secondo Verini, potrebbe consentire ai detenuti di uscire con una prospettiva concreta di reinserimento nella società, evitando di gravare ulteriormente sul sistema penitenziario.

Tuttavia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio esprime dubbi sull’indulto, considerandolo un potenziale segnale di impunità. Anche alcuni commentatori, come Luca Ricolfi, sottolineano i rischi per le future vittime. Verini risponde che il provvedimento dovrebbe essere limitato a circa 15mila detenuti selezionati tra coloro che non rappresentano un pericolo sociale. «Escludiamo mafiosi e autori di reati gravi – chiarisce –. L’urgenza è evidente e non possiamo più attendere».

Il governo ha recentemente stanziato 255 milioni di euro per migliorare le strutture carcerarie, ma per Verini queste misure, pur positive, non sono sufficienti. L’emergenza richiede interventi immediati. «Abbiamo riproposto le idee di Renato Brunetta – scrive Francesco Malfetano sul Messaggero – per un indulto parziale e continueremo a lavorare su altri fronti critici, dalle strutture fatiscenti al tema delle madri detenute», spiega.

Verini conclude richiamando i principi della Costituzione, in particolare l’articolo 27, che sottolinea la funzione rieducativa della pena e il rispetto per la dignità umana. «Chiedo al ministro Nordio di distaccarsi dagli estremismi vendicativi e di accogliere il messaggio del Papa. Sarebbe un segnale importante dimostrare, anche simbolicamente, che il Parlamento ha raccolto l’appello del pontefice, magari invitandolo a giugno».

Con questa proposta, Verini auspica che il “modello Giubileo” possa diventare un simbolo di rinascita e collaborazione tra istituzioni e società civile per affrontare una delle emergenze più pressanti del Paese.

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