La CGIL Ribadisce il Suo Impegno per i Diritti LGBTQIA+

Il sindacato intensifica la lotta contro le discriminazioni e per l'uguaglianza delle famiglie omogenitoriali.

La CGIL Ribadisce il Suo Impegno per i Diritti LGBTQIA+

La CGIL Ribadisce il Suo Impegno per i Diritti LGBTQIA+

La CGIL ha riaffermato il suo impegno per la tutela dei diritti LGBTQIA+ in risposta agli attacchi ai diritti civili verificatisi nel primo anno e mezzo di governo delle destre nazionali. Questo periodo ha segnato profondamente l’identità politica delle destre italiane, seguendo una tendenza già osservata a livello internazionale.

Tra gli episodi di repressione più evidenti ci sono il processo d’appello proposto dal Ministero dell’interno contro la decisione del Tribunale di Padova che aveva tutelato i certificati di nascita di 37 bambini e bambine, e l’attacco alle carriere alias nelle scuole. In entrambi i casi, il governo mira a privare legalmente i bambini di una delle due madri e a ostacolare l’integrazione scolastica dei giovani che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita.

Questa maggioranza di governo, con una forte impronta integralista e confessionale, cerca di imporre i propri modelli culturali sulla vita delle persone. La distinzione artificiosa tra diritti sociali e civili, promossa per negare entrambi, è diventata un mantra sui social e nei dibattiti pubblici, diffusa con l’intento di dividere e governare.

Da diversi mesi, la CGIL ha avviato un percorso di rivendicazione dei diritti, con manifestazioni importanti, come quelle del 7 ottobre e del 25 maggio a Napoli, per contestare e modificare le politiche del governo. La CGIL ritiene necessario ampliare l’attenzione sul pregiudizio omolesbobitransfobico, partendo dal riconoscimento alla nascita dei figli delle famiglie omogenitoriali, come sollecitato dalla Corte Costituzionale e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in base al principio del superiore interesse del minore alla vita familiare.

Inoltre, è essenziale difendere i percorsi alias per le persone transgender e non binarie nelle scuole e nei posti di lavoro, prevenendo e contrastando ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle persone non conformi al modello cis-etero-patriarcale. Questi temi fanno parte di un più ampio discorso sull’educazione alla sessualità e alle differenze nelle scuole, un argomento trascurato da decenni dalla politica, con conseguenze gravi tra le giovani generazioni in termini di bullismo, violenza di genere e stupri.

La CGIL ha sempre condiviso e sostenuto questi obiettivi nelle contrattazioni collettive e sociali, chiedendo interventi legislativi che garantiscano l’uguaglianza dei cittadini, a partire dai bambini. Solo la leva legislativa può garantire benefici universali, rispetto alle limitate tutele contrattuali.

Il sindacato intende rafforzare la collaborazione con la comunità LGBTQIA+ per costruire piattaforme di rivendicazioni comuni. In accordo con le associazioni LGBTQIA+ sostenitrici della piattaforma “La strada dei diritti”, la CGIL si impegna su vari fronti.

La lotta contro violenze e discriminazioni è centrale. Le molestie nei luoghi di lavoro, spesso non denunciate, richiedono una risposta decisa, come l’adozione della Convenzione 190 dell’ILO, ratificata dall’Italia nel 2021, che ha ampliato le tutele contro violenze e molestie sul lavoro. Inoltre, l’aumento della violenza di genere tra gli adolescenti evidenzia l’urgenza di iniziative di sensibilizzazione e di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, seguendo le linee guida dell’UNESCO e gli standard dell’OMS.

L’Italia è tra i pochi paesi dell’Unione Europea senza una legge nazionale specifica sull’educazione sessuale, insieme a Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia e Polonia. Il sindacato si impegna anche a riconoscere e contrastare l’emarginazione delle persone anziane LGBTQIA+, spesso dimenticate e doppiamente svantaggiate.

La CGIL promuove l’identità alias negli istituti scolastici e nei luoghi di lavoro, basata sull’autodeterminazione, per ridurre l’abbandono scolastico tra la popolazione trans e non binaria e garantire il diritto allo studio e al lavoro. L’identità alias è fondamentale per superare l’obsoleta legge 164/82, che impone una visione binaria e patologizzante delle persone trans.

Il sindacato sostiene anche i diritti delle coppie dello stesso sesso, contrastando l’odio contro le famiglie arcobaleno e promuovendo la parità di trattamento sui luoghi di lavoro. La battaglia contro la maternità surrogata, già vietata in Italia, è emersa solo dopo l’approvazione della legge sulle Unioni Civili nel 2016, nonostante sia una pratica utilizzata principalmente da coppie eterosessuali. La Corte Costituzionale ha evidenziato la necessità di colmare il vuoto legislativo sulla tutela dei figli delle famiglie omogenitoriali.

Infine, la CGIL si impegna a potenziare la formazione interna, coinvolgendo associazioni nella stesura di un piano formativo per i dirigenti, rafforzando le politiche di Diversity & Inclusion.

1 Commento

  1. embè vuoi mettere i lavoratori con il genderismo??? è un attimo perdere i privilegi,se il sor fu magiaro chiude i rubinetti

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