Il cranio di SNEM cancellato a Perugia
La raffigurazione della storia è da sempre presente nell’arte o per esaltare il potere in economia e nella politica (la più diffusa) o per condannare fatti storici (Picasso con Guernica) o per raccontare episodi della storia sociale (Renato Guttuso). Diverso è quello che Vincenzo Trione definisce “Artivismo”, artisti che s’interrogano sul presente e con le loro opere intervengono concretamente nei fatti della vita e della politica.
da Cesare Barbanera
e Vanni Capoccia
Come fanno gli artisti di strada che sembrano aver fatto propria una profezia di Majakovskij “Le strade sono i nostri pennelli e le piazze le nostre tele” e con la street art intervengono su eventi, situazioni particolari descrivendoli, condannandoli, raccontandoli tramite il volto, che diventa testimonianza, di personaggi emblematici. Un’arte che non è un prodotto che si può comprare, ma attività pubblica e gratuita alimentata da un’urgenza comunicativa che a volte raggiunge un alto valore estetico e poetico come succede, per esempio, con Banksy.
Un disegno di SNEM è stato per poco tempo a Perugia in Piazza Cavallotti: un cranio che si apre a mostrare fasci muscolari, vasi sanguigni, dentiere. A dire a noi che guardiamo cosa siamo. Un’arte pubblica, quella degli artisti di strada, spesso ingenua a volte di altissimo livello come in Banksy. Destinata a non resistere al trascorrere del tempo. Spesso ad essere censurata, negata, ricoperta com’è successo con un’infastidita, indifferente e per niente accurata mano di vernice al cranio di SNEM in piazza Cavallotti che nonostante la sua qualità e il valore dell’autore non è sfuggito alla furia iconoclasta perugina verso i segni lasciati dal Novecento a Perugia.
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