Francesca Di Luca vicequestore ha adottato due bimbi dalla pelle scura

Francesca Di Luca vicequestore ha adottato due bimbi dalla pelle scura

Francesca Di Luca vicequestore ha adottato due bimbi dalla pelle scura

Nel racconto della vicequestore Francesca Di Luca capo del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Assisi da dieci anni, emerge la storia toccante e potente della sua esperienza nell’adozione di due bambini dalla pelle scura. Christian e Riana, originari rispettivamente del Madagascar, sono diventati parte integrante della sua famiglia. Francesca, in una intervista da Marina Rosati, sottolinea come la genitorialità non sia limitata alla biologia, ma vada ben oltre, abbracciando e crescendo un individuo per ciò che è, al di là del proprio DNA.

La decisione di adottare non è stata una seconda scelta per Francesca e suo marito. Dopo aver realizzato che la genitorialità biologica non sarebbe stata possibile, hanno abbracciato con entusiasmo l’opzione dell’adozione, con un forte legame emotivo verso l’Africa. La procedura standardizzata li ha portati ad affrontare un percorso che ha incluso una serie di verifiche e corsi per valutare la solidità della loro decisione. L’attesa, seppur difficile, è culminata in un momento indescrivibile quando finalmente hanno incontrato i loro figli.

Francesca sottolinea l’importanza di non nascondere mai la verità ai loro figli riguardo alle loro origini, incoraggiando un dialogo aperto e sincero. Ha mantenuto intatta l’identità dei loro figli, rispettando i loro nomi e le loro radici culturali. Oltre a condividere la propria esperienza, Francesca riflette sulle sfide che i bambini adottati devono affrontare nel costruire la propria identità, soprattutto quando devono integrare le proprie origini e cultura di nascita con quelle della nuova famiglia.

Il percorso professionale impegnativo di Francesca come vicequestore non è stato un ostacolo nell’essere una madre presente e amorevole per i suoi figli. Ha inoltre sostenuto attivamente l’associazione Maisons Des Enfants che si occupa di supportare madri in difficoltà e bambini abbandonati nel Madagascar, promuovendo così il legame dei suoi figli con la loro terra d’origine. Francesca incoraggia la comprensione e l’accettazione delle diverse forme di maternità, sottolineando l’importanza di vedere i figli come individui unici e non come un’estensione di sé stessi. La sua storia è un messaggio di speranza e incoraggiamento per altre famiglie che stanno considerando l’adozione.

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