Da PerugiAssisi allarme per “abisso catastrofe atomica”

Da PerugiAssisi allarme per "abisso catastrofe atomica"

Da PerugiAssisi allarme per “abisso catastrofe atomica”

“Rischiamo di finire nell’abisso della catastrofe atomica”: è l’allarme che il promotore della marcia per la pace PerugiaAssisi, Flavio Lotti, lancia – attraverso l’Agenzia di stampa associata – a margine del convegno organizzato, stamani nella città di San Francesco, da Articolo 21 sui conflitti nel mondo. “La ricerca della pace – ha spiegato Lotti – la si fa parlando con tutti gli attori di questa tragedia.

Lotti ha sottolineato anche che “il problema non è limitato all’Ucraina, ma più grande”. “Sono in gioco – ha detto – gli interessi degli Stati Uniti, della Cina, della Russia e dell’Europa stessa, abbiamo bisogno di ricostruire una sicurezza comune in Europa. Non possiamo pensare che questo sia il primo anno di dieci, venti anni di guerra e di corsa al riarmo, perché finiremmo tutti malissimo”.

“Il messaggio che partirà questa notte dalla marcia PerugiAssisi – ha detto ancora il suo organizzatore – è di un’assunzione di responsabilità. Come dice Papa Francesco sentiamo il dovere di fare qualcosa in più. Dopo un anno di guerra non possiamo abituarci, dobbiamo assumere la responsabilità di fare qualche cosa per la pace”.

“Una marcia per invitare tutti ad aprire gli occhi di fronte a questa lunga notte di guerra nella quale ormai siamo imprigionati, perché la guerra è una trappola”; a dirlo all’ANSA è Flavio Lotti, promotore della marcia per la pace PerugiAssisi che partirà alla mezzanotte del 23 febbraio per arrivare alla basilica di San Francesco venerdì mattina. Così da ricordare l’anniversario di un anno di conflitto in Ucraina.

“Dobbiamo smettere di buttare benzina sul fuoco – ha sottolineato Lotti – e dobbiamo dare avvio a una seria, decisa, energica e tenace iniziativa di pace. Abbiamo bisogno della politica, la politica deve tornare in campo”. “Il problema non sono solo le armi”, ha detto ancora intervenendo sul tema dell’Ucraina. “Non si è mai visto che un medico per salvare il suo paziente gli dà delle medicine sbagliate – ha sostenuto – e noi stiamo continuando a buttare benzina sul fuoco. Questo incendio rischia di non fermarsi mai e di continuare a fare strage di vite umani e allo stesso tempo rischia di arrivare anche vicino alle nostre case. Guardiamo cosa è successo in Afghanistan, venti anni di guerre contro i talebani e alla fine gli Stati Uniti se ne sono tornati a casa e hanno lasciato un Paese disastrato di nuovo nelle mani dei talebani. Dobbiamo imboccare un’altra strada – ha concluso Lotti – che è quella della ricerca della pace, perché la pace non è un miracolo ma va costruita tenacemente e pazientemente”.

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