Mafia in Umbria, interdittiva efficace, non ci sono organizzazioni criminali

Mafia in Umbria, interdittiva efficace, non ci sono organizzazioni criminali

Mafia in Umbria, interdittiva efficace, non ci sono organizzazioni criminali Perugia e Terni, Raffaele Cannizzaro e Paolo De Biagi, hanno partecipato ai lavori della Commissione di inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita” per una audizione sulla presenza della criminalità organizzata in Umbria e sulle azioni di contrasto messe in atto dalle forze dell’ordine nelle due Province. Al centro dell’audizione l’uso delle interdittive antimafia, il monitoraggio sui permessi a costruire e sui cambi di destinazione d’uso, l’accesso diretto nei cantieri per controlli mirati su uomini e mezzi, la formazione specifica del personale regionale che si occupa di appalti, il monitoraggio della filiera degli appalti nei grandi interventi previsti nel settore delle infrastrutture, l’attivazione di un ufficio dedicato al censimento e al riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati.

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I prefetti di Perugia e Terni, Raffaele Cannizzaro e Paolo De Biagi, hanno partecipato ai lavori della Commissione di inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenze, sicurezza e qualità della vita” per una audizione sulla presenza della criminalità organizzata in Umbria e sulle azioni di contrasto messe in atto dalle forze dell’ordine nelle due Province. Durante i lavori, a cui ha partecipato anche Walter Cardinali (presidente dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata e la criminalità), il presidente della Commissione, Giacomo Leonelli, e i consiglieri regionali presenti in Sala Valnerina hanno interloquito con Cannizzaro e De Biagi sulle principali criticità legate all’ordine pubblico, ai fenomeni criminali e alle attività illecite, focalizzando l’attenzione anche sugli interventi svolti e sulle misure legislative che potrebbero essere adottate per ostacolare l’insediamento sul territorio regionale di gruppi criminali e mafiosi.

Tra gli ambiti oggetto di disamina da parte dei Prefetti

Tra gli ambiti oggetto di disamina da parte dei Prefetti, per i quali non si registra al momento una presenza organica di associazioni criminali strutturate, alcuni ambiti specifici come l’utilizzo delle interdittive antimafia quale “potente strumento di intervento verso attività commerciali e imprenditoriali di cui si ritiene sussistano fondati motivi di collegamento con la criminalità”, il monitoraggio sui permessi a costruire e sui cambi di destinazione d’uso, l’accesso diretto nei cantieri per controlli mirati su uomini e mezzi impiegati (anche in relazione all’opera di ricostruzione post sisma), la formazione specifica del personale regionale che si occupa di appalti, il monitoraggio della filiera degli appalti nei grandi interventi previsti nel settore delle infrastrutture, l’attivazione di un ufficio dedicato al censimento e al riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati.

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Un argomento, quest’ultimo, su cui ha focalizzato l’attenzione anche Walter Cardinali, secondo cui “il patrimonio requisito alle organizzazioni criminali deve tornare con celerità nella disponibilità della comunità regionale a rappresentare un elemento simbolico di efficace contrasto alle attività illecite”.

Al termine di quello che è stato definito “un positivo momento di confronto e di dialogo che può portare ad idee e collaborazioni importanti tra le Prefetture e l’Assemblea legislativa dell’Umbria”, il presidente Leonelli ha evidenziato che “il lavoro della Commissione di inchiesta proseguirà in maniera ancora più proficua alla luce delle preziose indicazioni ricevute rispetto ad alcune modifiche legislative che stiamo portando avanti per attualizzare la normativa regionale e poter disporre di una disciplina più adeguata alle criticità attuali ed alle modalità di azione della criminalità organizzata”.

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