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Lega: “Il Governo Gentiloni non adotti alcun regolamento sulla caccia”- Bastia Umbra – “Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato le disposizioni necessarie all’attuazione e all’adeguamento della normativa nazionale alla nuova direttiva dell’Unione europea relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi da fuoco e delle loro componenti essenziali. Purtroppo il Governo non si è limitato al mero recepimento di quanto dovuto, ma ha inserito misure gravemente penalizzanti per l’intero comparto colpendo cacciatori, associazioni sportive e imprese.
Lega: “L’attuale Governo non adotti alcun regolamento”
L’attuale governo non deve adottare alcun regolamento e chiediamo che ad occuparsi di questo settore sia il prossimo governo. La Lega infatti si impegna ad aprire un tavolo di confronto con tutte le associazioni venatorie, le società sportive e i produttori di armi per adottare un piano strategico di rilancio del settore che negli ultimi anni è stato colpito da scelte politiche meramente ideologiche. Con noi la rotta si invertirà”.
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Così i parlamentari leghisti che oggi erano presenti alla manifestazione nazionale ‘Caccia Village” in Umbria, Luca Briziarelli, Simone Pillon, Virginio Caparvi e Riccardo Augusto Marchetti
ECCO IL DECRETO: Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della legge di delegazione europea 2016-2017 (legge 25 ottobre 2017, n. 163), detta disposizioni necessarie all’attuazione e all’adeguamento della normativa nazionale alla nuova direttiva dell’Unione europea relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi da fuoco e delle loro componenti essenziali (direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio)
Tra le principali novità, il decreto introduce un sistema di tracciabilità delle armi che impone di conoscere in modo certo la data di fabbricazione e distruzione di ciascuna arma da fuoco e detta particolari regole tecniche per la loro disattivazione. Introduce poi la nozione di “arma camuffata”, cioè qualunque arma fabbricata o trasformata in modo da assumere le caratteristiche esteriori di un altro oggetto, chiarendo che tali strumenti sono assolutamente vietati. Inoltre, attraverso una revisione delle norme in vigore, rende effettivo l’obbligo, per chi richieda il nulla osta all’acquisto di armi o ne abbia a qualunque titolo la disponibilità, di produrre, all’atto del ritiro del documento, un’autocertificazione con la quale si attesti di aver avvisato i familiari conviventi maggiorenni, compreso il convivente more uxorio, dell’avvenuto rilascio dei documenti necessari per l’acquisizione della disponibilità dell’arma. Lo stesso obbligo viene esteso al titolare della licenza di porto d’armi all’atto della consegna del titolo medesimo.
La mancata produzione dell’attestazione comporta l’impossibilità di acquisire il titolo, mentre la produzione di attestazione falsa o mendace comporta l’applicazione delle sanzioni penali previste dalla normativa vigente. In entrambi i casi, detti comportamenti potranno essere valutati dall’Autorità di pubblica sicurezza per l’adozione di provvedimenti di revoca del titolo stesso.
“Riduzione delle licenze”
Infine, si riduce da sei a cinque anni la durata delle licenze di tiro a volo e di caccia di nuova emissione, nonché di quelle rinnovate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto e si modifica la normativa relativa al controllo della sussistenza e permanenza dei requisiti soggettivi sui detentori di armi, prescrivendo l’obbligo di presentare ogni cinque anni la prevista certificazione medica, per chiunque detenga armi comuni da sparo, ad eccezione dei collezionisti di armi antiche, e salvo che il detentore sia in possesso di licenza di porto d’armi. La mancata presentazione del certificato autorizza il Prefetto ad adottare il provvedimento di divieto detenzione di armi.
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