Variante brasiliana isolata nei campioni inviati all’Istituto superiore sanità
L’a gran parte dei 42 campioni esaminati dall’Istituto superiore di sanità sono risultati positivi alle varianti brasiliana o similari del virus SarsCov2.L’ultim’ora di Rai news 24 – che vedete nella foto allegata – è chiara, i campioni mandati ad esaminare all’Istituto superiore della Sanità di Roma, sono ad “appannaggio” della variante virale del covid che è stata individuata in Brasile. La cosiddetta “variante brasiliana” sarebbe stata isolata tra i campioni inviati per l’analisi a Roma.
A decidere per l’invio era stata la direzione sanitaria regionale dell’Umbria, oltre 40 i campioni che sono stati analizzati all’Iss con l’esito che è stato annunciato questa mattina dalla All news della televisione di Stato, Rai news 24.
E’ stato necessario alzare la guardia, è stato necessario cercare di individuare la variante “brasilera” all’indomani della scoperta della positività alla mutazione su due anziani (uno morto e l’altro gravissimo ndr).
La struttura diretta dalla Professoressa, Antonella Mencacci (laboratorio di microbiologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia) ha deciso di inviare a Roma i campioni per il sequenziamento del genoma.
Da quanto se ne sa dall’ospedale di Perugia sarebbero usciti campioni relativi ad almeno 9 cluster interni che hanno interessato, sia sanitari sia pazienti. La preoccupazione che possano esistere della “resistenze” al vaccino è molto forte tra i sanitari.
L’assessore alla sanità, Luca Coletto e il direttore Claudio Dario illustrando l’andamento della pandemia in Umbria hanno affrontato l’incubo della mutazione come possibile causa dei valori schizzati alle stelle con 273 positivi ogni 100mila abitanti in provincia di Perugia.
«Il primo caso di ’brasiliana’ è stato registrato in Giappone il 10 gennaio, poi in altri paesi (in particolare l’Amazzonia). – ha detto Claudio Dario durante l’aggiornamento settimanale in videoconferenza – . In Italia un caso si è verificato a Varese e tre in Abruzzo. Da noi non si è risaliti a un momento di contagio, dobbiamo capire se il fenomeno è più ampio e precedente», ha aggiunto.
Il rischio che la provincia di Perugia, la più colpita dal virus, finisca subito in zona rossa è concreto. Non solo il capoluogo, ma anche Foligno, Marsciano e il Trasimeno. Il Cts si riunisce oggi alle 14 per stabilire i nuovi parametri, ma tutti gli indicatori portano a zone rosse locali.
Le caratteristiche.
Le varianti sono cambiamenti della sequenza genetica del virus che hanno in sé molte mutazioni. Le varianti brasiliane sono in realtà due: la B.1.1.28 (K417N / E484K / N501Y), ribattezzata P.1, e la B.1.1.28 (E484K). Entrambe hanno una mutazione, la E484K, comune alla variante «sudafricana», che è quella che preoccupa, perché sarebbe stata vista sfuggire agli anticorpi in alcuni studi. In particolare, secondo la ricerca dell’Imperial College di Londra con l’Università di Oxford e di San Paolo che ha sequenziato e evidenziato la variante a Manaus (capitale del grande stato brasiliano di Amazonas), il lignaggio denominato P.1 contiene una costellazione unica di mutazioni, comprese diverse mutazioni di importanza biologica note come E484K, K417T e N501Y. La N501Y è comune alla variante “inglese”, invece P.1 e la variante “sudafricana” condividono tre posizioni di mutazione nella proteina spike, tra cui E484K. Le tre varianti, nonostante le somiglianze, sembrano essere sorte in modo completamente indipendente e sembrano essere associate a un rapido aumento dei casi nei luoghi dove sono state identificate.
La mutazione che elude gli anticorpi
La mutazione E484K è sotto osservazione perché mostra una riduzione di 10 volte della neutralizzazione da parte di vari anticorpi rispetto al virus “comune” in alcuni pazienti. Lo ha evidenziato, tra gli altri, anche uno studio dell’Università di Siena che, in parole povere, ha sondato la penetrabilità del plasma neutralizzante di un paziente convalescente “sottoposto” al virus “autentico”. Il plasma ha neutralizzato completamente il virus per 7 passaggi, ma dopo 45 giorni il virus ha trovato “una strada” modificandosi e la modifica del giorno 73 ha comportato l’emergere della mutazione E484K nel dominio di legame del recettore. Con altre modifiche, il giorno 80 si è generata una variante completamente resistente alla neutralizzazione del plasma. La variante P.1 è anche ritenuta responsabile, in Brasile, della re-infezione di un paziente di 30 anni già guarito dalla malattia in occasione di un precedente contagio. Tuttavia, le mutazioni E484 hanno ridotto la neutralizzazione, ma non l’hanno cancellata. Neutralizzazione ridotta non significa assenza di immunità e sarà necessario uno studio accurato per determinare le implicazioni per la protezione negli esseri umani.
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