Sistema sanitario pubblico forte unica garanzia per superare pandemia
Dopo un anno di pandemia dovrebbe risultare più chiaro a tutti che la tutela della salute dei cittadini dipende fortemente dall’efficienza del sistema sanitario pubblico. L’inadeguatezza della giunta regionale nella gestione di questa fase l’abbiamo denunciata più e più volte dal caos negli ospedali (con un restringimento nei fatti di tutte le attività extra covid che non abbiano carattere di urgenza) nelle RSA e case di riposo, al balletto di aperture e chiusure delle scuole e, ora, alla “lotteria” delle vaccinazioni.
-
Sentiamo la necessità di sottolineare alcuni punti che a nostro avviso sono centrali per far si che il sistema sanitario pubblico possa dare risposte dignitose ai bisogni delle persone:
1) Fare le assunzioni di personale a tempo indeterminato subito, proseguendo nel programma di stabilizzazioni e superando tutte le posizioni di precariato ad oggi presenti nel sistema sanitario che riguardano le società partecipate.
2) Accelerare la campagna di vaccinazione includendo tra le priorità tutto il personale che ruota attorno al sistema sanitario a prescindere dalla mansione e dal contratto di lavoro applicato.
3) Mettere in sicurezza e potenziare le strutture residenziali e semiresidenziali per anziani.
4) Pensare alla salute post covid e al nuovo piano sanitario regionale che dovrà contenere il rafforzamento dei sevizi sanitari pubblici ospedalieri e territoriali.
Queste ci sembrano le azioni “minime” da mettere in campo per uscire dalla pandemia e ipotizzare un modello efficace e universale di tutela della salute anche per il dopo. Se invece questa giunta regionale pensa di indebolire i servizi di territorio (e le linee strategiche delineate che prevedono la riduzione dei distretti sembra vadano in questa direzione) e, approfittando di questa situazione caotica (aggravata dal covid), di “far passare la nottata” per poi lasciare spazio al privato, facendo prevalere la logica del profitto rispetto alla tutela della salute delle persone, è bene che se ne vada.
Camera generale del lavoro Perugia
Commenta per primo