Sanità, sindacati: dove è il confronto, promesso, sul piano regionale

Sgalla, Manzotti e Molinari: “Non accettiamo lo smantellamento del sistema, pronti alla mobilitazione"

Sanità, sindacati: dove è il confronto, promesso, sul piano regionale 

Sanità, sindacati: dove è il confronto, promesso, sul piano regionale

Sanità – Sono passati più di due mesi dall’incontro dello scorso 31 maggio nel quale la presidente Tesei, accompagnata dall’assessore alla Sanità Coletto, aveva annunciato l’apertura di un confronto con Cgil, Cisl e Uil sul piano sanitario regionale ed in particolare sull’emergenza personale, anche sulla scorta delle oltre 8mila firme raccolte dai sindacati a sostegno della loro piattaforma.
la raccolta firme

“Da allora purtroppo è calato ancora una volta il silenzio, mentre la situazione del nostro sistema sanitario peggiora di giorno in giorno e in questa estate assistiamo all’interruzione di servizi e prestazioni fondamentali in molti territori, mentre l’emergenza covid che non molla la presa ha riprodotto una situazione simile a quella di due anni fa – affermano in una nota i segretari dei tre sindacati umbri, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari – In questo quadro la discussione sul nuovo piano sanitario, ovvero la programmazione della sanità del futuro in Umbria, diventa cruciale e non può assolutamente essere affrontata come fatto finora dalla giunta, ovvero ignorando le tantissime voci di dissenso, a partire da quelle della quasi totalità dei sindaci umbri, sia di sinistra che di destra, oltre al malessere diffuso tra tutto il personale”.

Per Cgil, Cisl e Uil il tempo dell’attesa è finito: “Di sicuro non intendiamo assistere allo smantellamento della sanità pubblica senza reagire – concludono Sgalla, Manzotti e Molinari – La presidente a l’assessore Coletto mettano in conto lo scontro con il sindacato su questo tema, come sul trasporto pubblico locale e su tutti quei provvedimenti che penalizzano pesantemente le lavoratrici e i lavoratori, così come i tanti pensionati che hanno lottato in passato per garantire lo stato sociale in Umbria”.

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