Isolamento aggrava condizione malati mentali, potenziare servizio supporto psicologico
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
“E’ impossibile, ad oggi, calcolare i danni che l’isolamento dovuto alle misure anti-covid – spiega Bori – potrebbe aver causato in termini di salute psicologica. Stando ai dati del Ministero della Salute, riferiti al 2017, solo in Umbria le persone assistite erano 13mila, in prevalenza donne. Non è difficile ipotizzare, dunque, che le richieste per i servizi sanitari di questo tipo saranno in aumento, con nuove patologie e nuovi bisogni, emersi proprio in questa fase di quarantena. Serve dunque un potenziamento delle strutture pubbliche e dei servizi di salute mentale territoriali, per prepararli ad affrontare l’aumento dei pazienti e delle patologie.
L’Umbria dovrà colmare il suo ritardo e adeguarsi alle iniziative messe già in campo da altre Regioni insieme a Ordine degli psicologi e Governo. Va segnalato infatti – ricorda Bori – che nella pagina del Ministero della Salute, nella sezione riguardante l’assistenza psicologica la nostra Regione abbia attivato solo il Numero Umbria Sanità (NUS)”.
Collaborazione che invece è imprescindibile e che quindi deve essere attivata immediatamente. Per questo servirà un potenziamento dell’organico dei servizi psichiatrici e psicologici, stabilizzando i precari e aumentando le assunzioni. Servirà rafforzare la presenza, aumentare e uniformare gli orari degli sportelli territoriali delle Usl, dei Centri di Salute Mentale e dei Presidi ospedalieri.
Massima attenzione alle strutture dedicate ai pazienti con disabilità mentale e disturbi nel neurosviluppo, per garantire un servizio effettivo. Servirà rendere fruibile il numero umbria sanità h24, intensificare collaborazione con ordini professionali e associazioni di settore, ma anche istituire un tavolo di lavoro con le istituzioni locali”.
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