“Il Cuore Ha un ‘Cervello’: Nuove Ricerche Rivoluzionano la Cardiologia”

Le neurotrofine possono aiutare le cellule cardiache a ringiovanire e autoripararsi

"Il Cuore un 'Cervello': Nuove Ricerche Rivoluzionano Cardiologia"

“Il Cuore Ha un ‘Cervello’: Nuove Ricerche Rivoluzionano la Cardiologia”

Milano, 10 luglio 2024 –  La medicina sta facendo passi da gigante nella comprensione del corpo umano. Le recenti scoperte scientifiche hanno rivelato che il cuore, l’organo vitale per la vita, ha un suo “cervello”. Questa scoperta rivoluzionaria è stata presentata durante il recente Symposium sulla Medicina dei Sistemi dal Prof. Massimo Fioranelli, Professore Associato di Fisiologia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma e Specialista in Cardiologia.

Le neurotrofine, proteine fondamentali per l’organismo umano, sono state al centro dell’attenzione. Queste proteine, essenziali per il mantenimento della plasticità e della funzione dei tessuti nervosi, non sono prodotte solo dal Sistema Nervoso Centrale (SNC), ma anche da altri organi e tessuti, tra cui il cuore.

La ricerca ha rivelato che il cuore possiede un nucleo di neuroni compreso tra i 50.000 e i 70.000, un vero e proprio “cervello del cuore” posizionato tra l’aorta e l’arteria polmonare. Questi neuroni interagiscono sia con il cervello “primario” sia con i “cervelli” di tutto il corpo.

Il BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor), un’importante neurotrofina isolata per la prima volta nel 1982 a Monaco di Baviera, ha un ruolo cruciale in questo contesto. Questa neurotrofina ha numerose funzioni: dalla sopravvivenza neuronale alla plasticità sinaptica, dalla sinaptogenesi alla crescita e differenziazione neuronale.

Recentemente, il Gruppo del Prof. Fioranelli ha pubblicato un lavoro su Minerva Cardiology and Angiology in cui ha descritto gli effetti positivi esercitati dalla somministrazione di BDNF low dose in un gruppo di pazienti affetti da Fibrillazione Atriale Parossistica, una forma di aritmia benigna, seppur molto frequente, senza danni strutturali.

“Gli studi sul BDNF hanno fatto emergere come questa neurotrofina possa aiutare il cuore e le sue cellule a “ringiovanire” grazie al suo effetto trofico e rigenerativo”, dichiara il Prof. Massimo Fioranelli.

Queste scoperte scientifiche aprono le porte a una comprensione completa e organica del corpo umano. Ogni parte dell’organismo umano è parte di un sistema complesso, in cui tutto è interconnesso e interagente. Questa visione integrata è tipica della Medicina dei Sistemi.

“Grazie al contributo del Prof. Fioranelli abbiamo avuto un’ulteriore conferma di come il corpo umano sia una struttura unitaria in cui tutte le singole componenti lavorano in sinergia per il mantenimento della condizione di salute e benessere. Questi nuovi risultati scientifici rappresenteranno un grande supporto nello sviluppo della Medicina dei Sistemi”, afferma Alessandro Pizzoccaro, Presidente e fondatore dell’azienda farmaceutica milanese Guna. Queste scoperte rivoluzionarie promettono di aprire nuove strade nel campo della cardiologia e della medicina in generale.

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