Covid, Umbria pronta per la terza ondata, quattro container con 44 letti in più

Covid, Umbria pronta per la terza ondata, quattro container con 44 letti in più

Covid, Umbria pronta per la terza ondata, quattro container con 44 letti in più

di Morena Zingales
“In previsione di un nuovo picco epidemico previsto tra fine gennaio e febbraio la Regione sta lavorando da una parte per portare avanti il piano delle vaccinazioni anticovid, e dall’altro per predisporre in maniera strutturata dei posti letto di terapia intensiva che si andranno ad aggiungere a quelli già a disposizione”.  E’ quanto ha detto la presidente Tesei nel corso di una videoconferenza stampa, dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, alla presenza del Commissario Arcuri, dell’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, del direttore regionale alla Salute Claudio Dario, dell’architetto della Regione Umbria, Evelina Autiello.

Sono in totale 44 gli ulteriori posti letto di terapia intensiva destinati a pazienti affetti da SARS CoV2, che la Regione Umbria avrà a disposizione grazie alla disponibilità del Commissario Straordinario per il contrasto dell’emergenza epidemiologica, Domenico Arcuri. “I 44 posti letto saranno allestiti all’interno di quattro strutture realizzate con moduli prefabbricati, comprensive di dotazioni impiantistiche ed apparecchiature elettromedicali – ha detto la presidente – per un investimento complessivo di 8bmilioni 177 mila 254 euro. La realizzazione dei 4 moduli presso i presidi ospedalieri regionali consentirà l’attivazione di 10 posti all’Ospedale di Perugia, 12 all’Ospedale di Terni, 10 a Città di Castello, 12 all’Ospedale di Foligno, che costituiranno una risorsa fondamentale nel caso di una terza ondata pandemica. I posti, le cui scadenze per la  consegna sono previste il 19 e 24 febbraio, permetteranno di alleggerire gli ospedali e dare avvio ai lavori strutturali per progetti che prevedono l’investimento di circa 25 milioni di euro”.

L’architetto Autiello ha reso noto che la struttura portante dei moduli è realizzata in carpenteria metallica, le pareti esterne nonché quelle interne sono realizzate mediante l’impiego di pannelli sandwich. La produzione di energia termica e frigorifera a servizio della struttura è garantita con l’installazione di una pompa di calore aria/acqua. La climatizzazione del modulo è del tipo a tutt’aria esterna realizzata tramite l’ausilio di un’unità di trattamento aria. Sia i pazienti che il personale accedono all’area di terapia intensiva attraverso un filtro che permette di mantenere la pressione negativa all’interno della degenza.

All’interno dei reparti sono previste le reti di gas medicali (ossigeno, vuoto, aria compressa medicale). Le attrezzature medicali per ogni posto letto prevedono 1 letto elettrico, 6 pompe a siringa, 2 pompe ad infusione,  1 ventilatore per terapia intensiva, 1 monitor multiparametrico. Le attrezzature per ogni reparto prevedono: 1 centrale di monitoraggio, 1 lampada scialitica, 1 negativoscopio,1 apparecchio radiografico mobile digitale diretta ad alta frequenza,1 frigorifero per la conservazione dei farmaci, defribrillatore,1 elettrocardiografo, oltre agli elementi di arredo.

Nel corso dell’incontro, la presidente Tesei, dopo aver ringraziato il commissario Arcuri per l’interlocuzione proficua e l’attenzione verso l’Umbria, ha ricordato che “la nostra regione, che era stata investita negli ultimi mesi da un incremento velocissimo del contagio, ha saputo resistere dando una risposta molto forte”.

“Sono contento di essere qui oggi – ha detto il commissario Arcuri – Sono contento del lavoro che state portando avanti e vi garantisco tutto il supporto necessario. La Regione Umbria rappresenta un esempio virtuoso di come si gestisce questa delicata fase pandemica e penso che, tutti insieme, alla fine potremo raccontare questi giorni di tregenda che abbiamo passato. Il commissario ha quindi evidenziato che si sta lavorando sia per portare avanti la somministrazione dei vaccini, sia per fronteggiare un’eventuale nuova ondata pandemica, “e bisogna attrezzarsi quindi, anche per poi poter lasciare all’Umbria una rete di servizi sanitari più efficace di quella che abbiamo trovato prima della pandemia”.

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