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Coronavirus, medici e operatori sanitari in quarantana solo se sintomatici o positivi
“Gli operatori sanitari e quelli dei servizi pubblici essenziali che hanno avuto un contatto stretto con casi sospetti o confermati di Covid-19 continuano a lavorare se non presentano febbre, tosse, sintomi respiratori”. E quanto stabilito dal decreto legislativo numero 14 del 9 marzo 2020 che ha modificato quello del 6 febbraio che prevedeva “l’applicazione della misura della quarantena…agli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati…”. Questa regola non si applica più per gli operatori sanitari.
Gli operatori sanitari – in poche parole – che hanno avuto contatti con casi sospetti o persone poi risultate positive, continueranno a lavorare e sospenderanno l’attività nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19. Intorno alla quarta giornata – è scritto in un documento inviato dalla regione ai Commissari straordinari, ai direttori sanitari, a quelli amministrativi, alle aziende ospedaliere di Perugia e Terni e alle Usl Umbria 1 e 2 – dopo il primo giorno di contatto, i lavoratori eseguiranno un tampone naso-faringeo. In caso insorgano sintomi (febbre, tosse o sintomi respiratori) o il tampone risulti positivo i lavoratori dovranno essere posti in malattia. Ma fino a quanto non avranno sintomi lavoreranno regolarmente.
“Questo – è scritto nel documento – in considerazione delle mutate e aggravate condizioni riguardanti il decorso dell’epidemia ed il coinvolgimento del personale sanitario, dopo un approfondito confronto con le realtà venete e trentine che hanno vissuto e affrontato prima di noi l’impennarsi dei casi, si ritiene di emanare le disposizioni (scritte sopra ndr), immediatamente applicabili. Il documento ha la data del 14 marzo 2020.
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