Ago nei polmoni, familiari vittima, Vincenzo Bosco, maxi risarcimento

Familiari Chiedono Risarcimento da 1,3 Milioni di Euro

Ago nei polmoni, familiari vittima, Vincenzo Bosco, maxi risarcimento

Ago nei polmoni, familiari vittima, Vincenzo Bosco, maxi risarcimento

Ago nei polmoni – Il dramma che ha segnato la vita di Vincenzo Bosco, il 39enne romano deceduto a seguito di un intervento chirurgico presso l’ospedale di Perugia, si dipana in una trama intricata di negligenze mediche. Sette medici, quattro anestesisti e tre otorinolaringoiatri, sono ora oggetto di un’indagine per omicidio colposo, accusati di non aver eseguito gli esami necessari che avrebbero sconsigliato l’intervento.

Il Giudice per le indagini preliminari, Elisabetta Massini, ha respinto le eccezioni sollevate dalle difese riguardo all’utilizzo dei verbali degli interrogatori, resi in assenza di un avvocato difensore, stabilendo che essi sono pienamente validi. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che Bosco, oltre a essere sottoposto a un intervento senza le dovute cautele, era risultato positivo al covid-19, informazione che non è stata comunicata agli anestesisti.

Il dramma della morte del 39enne romano Vincenzo Bosco: sette medici indagati per omicidio colposo. La famiglia presenta una richiesta di risarcimento milionaria
[/su_panel]

Il 39enne, dopo l’anestesia, perse la vita pochi giorni dopo a causa di una grave insufficienza respiratoria. La sua morte, avvenuta nell’aprile del 2022, solleva interrogativi sulla responsabilità medica e sulla mancanza di comunicazione tra i professionisti della salute. Gli inquirenti ritengono che la presenza di un ago nei polmoni, individuabile con una radiografia al torace, sia stata trascurata dagli specialisti.

L’udienza preliminare, fissata per l’11 aprile, si preannuncia come uno scontro legale intenso, con le difese che si sono riservate la possibilità di richiedere un giudizio abbreviato. Nel frattempo, la famiglia di Vincenzo Bosco, rappresentata dall’avvocato Sara Falchi, ha citato l’ospedale di Perugia come responsabile civile, richiedendo un risarcimento di un milione e 300mila euro.

Il destino di Bosco, segnato dalla tragica concatenazione di eventi, pone sotto i riflettori il delicato equilibrio tra responsabilità medica e la necessità di garantire la massima sicurezza ai pazienti. L’interrogativo rimane: chi sarà chiamato a rispondere delle scelte che hanno portato alla prematura scomparsa di Vincenzo Bosco? La risposta potrebbe giungere solo attraverso il corso del procedimento legale che si aprirà con l’udienza preliminare nell’aprile prossimo.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*