Solenne traslazione delle spoglie mortali del Venerabile Vittorio Trancanelli
«Grazie Signore per averci donato Vittorio Trancanelli, modello di santità proponibile a tutti, in ospedale, in famiglia, nella vita accanto ai più piccoli, bisognosi e sofferenti». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha introdotto, domenica pomeriggio 2 luglio, la solenne celebrazione eucaristica a conclusione della traslazione, dalla chiesa di Santa Maria Maddalena in Cenerente a quella dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia in Perugia, delle spoglie mortali del Venerabile Servo di Dio Vittorio Trancanelli (1944-1998), il noto medico chirurgo prematuramente scomparso definito un “santo laico in sala operatoria e nella vita”.
«Era da secoli che mancava alla nostra Chiesa perugino-pievese – ha proseguito il cardinale – un frutto di santità come Vittorio Trancanelli e l’evento della traslazione delle sue spoglie mortali resterà negli annali della nostra storia. Vi avevo invitati tutti con il cuore a questa celebrazione e voi avete risposto in tanti». Basti pensare che alla celebrazione eucaristica hanno preso parte 1.500 fedeli tra semplici devoti, medici, paramedici, malati ed ex pazienti del dottor Trancanelli. Anche alla processione con il feretro del Venerabile portato a spalla da un gruppo di medici dalla chiesa di San Sisto a quella dell’Ospedale, hanno partecipato molti fedeli oltre a vescovi, sacerdoti, religiosi, diaconi e seminaristi.
Commovente è stata la tumulazione delle spoglie del Venerabile nel sarcofago collocato all’interno della chiesa del nosocomio perugino, avvenuta alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni civili, la presidente della Regione Catiuscia Marini, i sindaci di Perugia e di Assisi (comune natale del Venerabile), Andrea Romizi e Stefania Proietti e il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca. Presenti il presidente dell’Associazione “Alle Querce di Mamre”, il prof. Fausto Santeusanio, fondata dal Venerabile Trancanelli insieme alla moglie Rosalia Sabatini e ad altre famiglie con la finalità di accogliere, in particolare, piccoli con gravi disagi e disabilità e donne sole, il postulatore della Causa di canonizzazione, il dottor Enrico Solinas, la signora Rosalia e il figlio Diego. I familiari di Vittorio Trancanelli hanno concesso, con atto notarile, le spoglie mortali del loro congiunto all’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, la quale si è impegnata in perpetuum alla cura, conservazione e venerazione delle stesse spoglie del Venerabile.
La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme all’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti e ai vescovi mons. Marcello Bartolucci, segretario della Congregazione per le Cause dei Santi, mons. Paolo Giulietti, ausiliare di Perugia-Città della Pieve e mons. Domenico Cancian di Città di Castello.
Al termine della celebrazione il vescovo ausiliare mons. Giulietti ha rivolto ai numerosi fedeli presenti l’appello lanciato in questi giorni dal Forum delle associazioni familiari dell’Umbria per l’affido di diversi minori dai 6 ai 14 anni presenti nei territori di Perugia e Corciano. Un’opera di carità che ha caratterizzato la vita di Vittorio Trancanelli e di sua moglie Rosalia, come ha sottolineato nell’omelia il cardinale Bassetti. «I poveri non sono soltanto una categoria sociale, ma una modalità esistenziale – ha detto il porporato –. Nel primo testamento i poveri erano gli indigenti, i deboli, i mendicanti, gli afflitti.
Nel secondo testamento i poveri sono i piccoli, gli eredi privilegiati del Regno di Dio. Quei piccoli che Vittorio ha accolto insieme alla moglie Lia (Rosalia Sabatini, n.d.r.). Sono i malati che ha curato fino a che le forze glielo hanno concesso. “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie me” dice il Vangelo. Accogliere i bambini poveri e malati nella sua casa, all’inizio piccola, ha significato veramente accogliere il Signore. Vittorio e Lia hanno messo in pratica l’ospitalità di Mamre».
Proprio nel farsi cura dei più piccoli e fragili, come ha fatto il Venerabile Trancanelli, il cardinale si è soffermato sulla vicenda del piccolo Charlie Gard, «a cui va tutta la nostra attenzione, riflessione e preghiera. Come ha detto papa Francesco – ha ricordato il porporato – “la vita si difende sempre anche quando è ferita dalla malattia”. Non esiste una vita non degna di essere vissuta.
Altrimenti è la “cultura della scarto”: ovvero ciò che non è utile si butta via. La vita, in realtà, è sempre dono e relazione, perché viene da Dio ed anche le leggi degli uomini hanno i loro limiti. Questo Vittorio Trancanelli lo ha creduto e testimoniato fino in fondo: è stato malato tra i malati, povero tra i poveri, medico tra i medici. Senza scendere a compromessi, senza pensare alla carriera, senza badare di stare ai primi posti».
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