Presentazione finale del progetto “Semi di Carità” il 16 dicembre

Risultati e prospettive della Giustizia riparativa a Perugia

Presentazione finale del progetto "Semi di Carità" il 16 dicembre

Presentazione finale del progetto “Semi di Carità” il 16 dicembre

Presentazione finale – Il 16 dicembre 2024, alle ore 10.30, presso la Sala “Don Giacomo Rossi” del Villaggio della Carità di Perugia, si terrà l’evento conclusivo del progetto “Semi di Carità”, avviato a novembre 2023 e finanziato con fondi CEI 8xmille. Questo incontro segna la fine di un anno di attività e l’occasione per presentare i risultati ottenuti nell’ambito della Giustizia riparativa e delle iniziative di inclusione sociale per detenuti.

Il progetto ha mirato a promuovere e sviluppare percorsi di recupero per i detenuti, favorendo la loro reintegrazione nella società attraverso misure alternative alla pena detentiva. Durante l’incontro, saranno condivisi i risultati raggiunti, le storie di successo e i progressi fatti, nonché le prospettive future. Il direttore della Caritas diocesana di Perugia, don Marco Briziarelli, ha dichiarato che questo evento rappresenta un momento di riflessione importante non solo sui traguardi ottenuti, ma anche sull’impatto positivo che la Giustizia riparativa ha avuto sulla comunità.

Il progetto ha coinvolto numerose realtà locali e istituzioni per sensibilizzare la cittadinanza e i decisori politici riguardo all’importanza della Giustizia riparativa, un modello che si propone di riparare il danno causato da un crimine non solo attraverso la pena, ma anche tramite il dialogo e la responsabilizzazione dei colpevoli nei confronti delle vittime. “L’obiettivo di questo progetto è stato quello di costruire una comunità più inclusiva e giusta”, ha sottolineato don Marco Briziarelli. “I percorsi di Giustizia riparativa non solo favoriscono la riabilitazione dei detenuti, ma aiutano anche le persone danneggiate e rafforzano il tessuto sociale della nostra città.”

Nel corso dell’evento del 16 dicembre, saranno presentati anche i dati relativi agli interventi sul territorio. In particolare, Alfonso Dragone, referente dell’Area Progetti e Fundraising della Caritas diocesana, ha anticipato alcuni dei risultati più significativi. Tra questi, l’inserimento di due detenuti come operatori in due delle opere segno della Caritas diocesana, attività che ha consentito loro di acquisire nuove competenze e di contribuire attivamente alla comunità. Inoltre, circa cento studenti di una scuola superiore di Perugia sono stati coinvolti in un percorso educativo che ha approfondito tematiche di Giustizia riparativa e misure alternative alla pena.

Il progetto ha anche promosso attività di sensibilizzazione con i volontari dei Centri di ascolto parrocchiali e interparrocchiali, con l’intento di diffondere la cultura della Giustizia riparativa su scala territoriale. I volontari hanno ricevuto formazione specifica, contribuendo a creare una rete di informazione che ha raggiunto un pubblico sempre più ampio e ha stimolato il dialogo tra i cittadini e le istituzioni.

Un altro aspetto importante del progetto è stato l’incontro tra detenuti e studenti, che ha offerto l’opportunità di confrontarsi su temi di giustizia e inclusione sociale. Questi momenti di dialogo hanno rappresentato occasioni per abbattere le barriere tra i detenuti e la società civile, favorendo un cambiamento nelle percezioni dei giovani riguardo al sistema penale e alle sue alternative. L’approccio di Giustizia riparativa, infatti, si propone come una risposta innovativa che si allontana dalla semplice punizione, favorendo la riparazione dei danni attraverso il riconoscimento reciproco delle sofferenze e la costruzione di un percorso di riscatto.

Durante la presentazione finale, saranno discussi anche gli sviluppi futuri del progetto. La Caritas diocesana di Perugia intende proseguire con il sostegno ai detenuti attraverso programmi che possano garantirne l’inclusione sociale e lavorativa. Sarà, inoltre, l’occasione per riflettere sulle nuove sfide che la comunità si troverà ad affrontare nel proseguire questo lavoro di sensibilizzazione e di promozione della Giustizia riparativa a livello locale.

Il progetto ha ricevuto un ampio sostegno da parte delle istituzioni locali, che hanno partecipato attivamente alle varie iniziative, e dal mondo ecclesiale, che ha sempre visto nella Giustizia riparativa uno strumento potente per promuovere la riconciliazione e il perdono. Il coinvolgimento delle autorità locali, delle scuole e delle parrocchie ha permesso di radicare sempre più profondamente la cultura della giustizia riparativa all’interno della comunità, un aspetto che sarà certamente un punto di partenza per futuri interventi e azioni a favore di una società più giusta e inclusiva.

L’evento del 16 dicembre non rappresenta solo un momento di celebrazione, ma anche un’opportunità per tracciare una mappa dei prossimi passi da compiere. L’obiettivo della Caritas diocesana è quello di garantire che le pratiche di Giustizia riparativa diventino parte integrante della vita quotidiana della città, portando a una trasformazione culturale che veda i detenuti non come emarginati, ma come cittadini in grado di reintegrarsi pienamente nel tessuto sociale.

Il progetto “Semi di Carità” si concluderà ufficialmente con la presentazione dei risultati, ma la sua eredità continuerà a vivere nei cambiamenti che ha portato all’interno della comunità. Questo modello di giustizia, che vede la persona al centro del percorso di recupero, rappresenta una risposta concreta alle sfide sociali ed educative che la città di Perugia e l’intera regione stanno affrontando, confermando l’importanza di azioni congiunte tra istituzioni, Chiesa e cittadini per un futuro di speranza e di rinnovamento.

In conclusione, il progetto ha ottenuto riscontri positivi a livello locale, e il suo successo potrebbe aprire la strada a iniziative simili in altre zone, con l’obiettivo di ampliare il raggio d’azione e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone e istituzioni. La conclusione del progetto segnerà il punto di partenza di un percorso che, per il futuro, potrà solo crescere e arricchirsi di nuove opportunità per i detenuti, le vittime e la comunità nel suo complesso.

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