Papa: firma ‘Patto’ coi giovani economisti, ‘no a economia di guerra, stop a proliferazione armi’
I giovani economisti, imprenditori, changemakers, chiamati qui ad Assisi da ogni parte del mondo, consapevoli della responsabilità che grava sulla nostra generazione, si sono impegnati attraverso un ‘Patto’ firmato in occasione della visita del Papa “a spendere la vita affinché l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo”.
“Quindi: – il Patto suggellato tra il Papa e i giovani – un’economia di pace e non di guerra, un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari, un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra”.
Nel Patto l’impegno per “un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, “beati i poveri”, un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perché una felicità non condivisa è troppo poco. Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo”.
Premesso, S. Eminenza, che il dire e il fare c’è di mezzo il mare, un governo non può fare i miracoli, ma solo l’umano possibile compatibilmente con i mezzi che possiede. Inoltre, va sempre tenuta presente la distinzione fra Stato e Chiesa. Il primo ha cura del vivere quotidiano (la vita terrena) dei cittadini, la seconda ha invece cura delle anime delle persone. Sono due compiti diversi: il governante risponde del suo operato ai cittadini, mentre il Papa risponde a Dio, non agli uomini.