L’abbraccio di Dio alla città dell’uomo

L’abbraccio di Dio alla città dell’uomo

Inaugurata nella chiesa dei Santi Biagio e Savino la grande decorazione pittorica “I Santi della Perugia celeste”

E’ stata inaugurata nel pomeriggio di ieri – nella Chiesa dei Santi Bagio e Savino – la grande decorazione pittorica “I Santi della Perugia Celeste”

«L’abbraccio di Dio alla città dell’uomo» è stato il commento di non pochi perugini nell’ammirare questa decorazione (f. 10/14) benedetta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme al parroco don Luca Delunghi (f. 15-16).

La cerimonia è iniziata sul sagrato dove si sono ascoltate parole che hanno richiamato alla sofferenza, al dolore e al male che avvolgono l’uomo nella città terrena, ma che nella Chiesa l’uomo trova la “porta aperta” per la sua salvezza. Poi l’attesa meditata al buio prima di ammirare la grande decorazione illuminata a giorno da un gioco di luci.

All’inaugurazione hanno partecipato numerosi cittadini, rappresentanti delle Istituzioni e della Fondazione Perugia, che ha finanziato l’opera realizzata dall’atelier “Art for God”, le artiste dirette da suor Marie Anastasia Carré  e il biblista don Giovanni Zampa, che ha tenuto una meditazione davanti a «questa preghiera», a «questo volto di Chiesa». Così ha definito la decorazione l’arcivescovo, che ha aggiunto: «ci ricorda che Cristo, fatto uomo nel grembo della Vergine, è immagine del Dio invisibile, segno e sacramento del Padre. Venerando quest’immagine eleviamo lo sguardo a Cristo che vive e regna in eterno con il Padre e lo Spirito Santo».

Al centro della decorazione Gesù, la Madonna e san Giovanni Battista; ai lati scene bibliche, monumenti cittadini e decine di santi noti e meno noti, anche del nostro tempo e della “porta accanto”, colorati come Cristo ma con sfumature diverse. Questi ricordano all’uomo che la ruvidità e le difficoltà della vita vengono superate incamminandosi verso la santità.

Quella santità su cui si è soffermato il biblista prendendo spunto dalla Giornata per le vocazioni.

«Quest’opera – ha detto – non è un affresco ma è una meditazione, una preghiera e per ammirarla bisogna essere guidati dallo Spirito». Per quello che rappresenta, ha proseguito, «questa chiesa diventerà luogo di pellegrinaggio», perché «siamo davanti ad un’opera che è una Apocalisse, una rivelazione. Dio ci rivela il futuro sulla nostra santità perché ci vuole santi… Questa è un’opera su: “Tu solo il Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo Gesù Cristo”. È un’opera che parla di Gesù e dei santi che ci esortano a seguire il loro esempio». Don Giovanni ha concluso ricordando che «l’uomo è attratto da ciò che è bello e vero e in questa chiesa Dio ci attrae, ci risucchia in questa “Gerusalemme celeste”».

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