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Nodo Ponte San Giovanni, raddoppio corsie non risolve
Nodo Ponte San Giovanni – E dunque? Non solo non è cambiato niente con la nuova amministrazione, ma addirittura le cose sono
peggiorate? A sentire le parole e gli argomenti dell’assessore Vossi, in commissione consiliare, sembra di essere tornati indietro di qualche anno, quando le posizioni della politica perugina, salvo poche lodevoli eccezioni, erano modellate sugli slogan di pochi sedicenti ambientalisti, del genere di quelli che sono in pena per la salute di un invertebrato, ma se ne infischiano altamente delle malattie maligne degli esseri umani. Avevamo già sentito ripetere da quella fonte che il raddoppio delle rampe di accesso a Perugia sarebbe stato sufficiente a risolvere il problema degli ingorghi più o meno quotidiani che affliggono decine di migliaia di automobilisti nel tratto di E45 tra Collestrada e Balanzano e scaricano sulle vie interne di Ponte San Giovanni il surplus di veicoli che cercano una via d’uscita.
Avevamo da parte nostra creduto di avere smontato questa risibile previsione, con argomentazioni esposte più volte, sia nei media locali, sia in incontri diretti con esponenti di tutta la politica perugina, di maggioranza e di opposizione. Avevamo spiegato che non ci sono alternative credibili ad una variante stradale che aggirasse l’imbuto di Ponte San Giovanni e la trappola delle gallerie del raccordo autostradale in salita verso Perugia, che una sede stradale a due corsie di marcia senza corsia di emergenza, costruita cinquanta anni fa sui parametri del traffico di allora non può oggi ospitare il traffico risultante da cinque direttrici di marcia nazionali, che il raddoppio della rampa di accesso al raccordo avrebbe comportato un aumento del traffico e un inesorabile ulteriore tappo, spostato solo di qualche centinaia di metri all'altezza della viadotto Volumni.
Ebbene, cosa abbiamo sentito affermare dall’ineffabile Vossi? Esattamente le stesse cose sostenute dal comitato No Nodo, quasi avesse parlato sotto dettatura: che non ci sono i finanziamenti per il Nodo di Perugia e che se ne parlerà, caso mai, una volta realizzato il raddoppio della rampa a Ponte San Giovanni: un’opera che non si sa quando inizierà, che non comporterà meno di due o tre anni di lavoro e di sconvolgimenti nella vita già tribolata di Ponte San Giovanni e Balanzano e non risolverà minimamente i problemi, con tanti saluti a tutti i moniti della scienza sulle gravi conseguenze, per la salute umana, degli inquinanti cancerogeni derivanti da traffico automobilistico.
Parole che, tradotte dal politichese, vogliono dire: Ponte San Giovanni si rassegni ad essere la sentina degli scarichi di mezza Italia centrale, si tenga i tumori e le malattie respiratorie e cardiache che ne derivano, ci lasci tranquilli con la nostra maggioranza al Comune e lasci prosperare invertebrati, uccelli e ogni altri genere di fauna, tranne quella umana che non ha la fortuna di vivere al fresco della
collina o di Corso Vannucci.
Alla faccia del primo punto del programma elettorale di Vittoria Ferdinandi che prometteva inedite attenzioni alla salute e al benessere dei cittadini! Lo ha letto quel programma l'assessore Vossi? O ritiene che i gas di scarico quotidiani delle automobili sotto le finestre di migliaia di cittadini siano il nuovo elisir di lunga vita elargiti graziosamente da una giunta di sinistra? Perché saremo sicuramente cornuti, ma non contenti: la storiella di cominciare a pensarci tra qualche anno a come ridurre il disagio per le strade di Ponte San Giovanni e dintorni non ci fa ridere, anzi, se è lecito dirlo, ci fa incazzare di brutto. E non ci mancheranno né l'occasione né il modo di farglielo sentire.
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