Villa Umbra, in tanti per la stesura del nuovo Piano sociale regionale

Al via fase partecipativa che coinvolge enti locali, terzo settore, forze economiche e sociali – Assessore Barberini “Ci apriamo alla comunità per migliorare le risposte ai cittadini”

(Avi News) – Perugia, 30 ott. – “Ci apriamo all’intera comunità regionale nella convinzione che possano arrivare ulteriori contributi per il miglioramento e l’implementazione delle risposte che vogliamo dare alle emergenze sociali, oggi purtroppo amplificate da una crisi economica senza precedenti”. Così l’assessore alla coesione sociale e welfare della Regione Umbria Luca Barberini ha aperto la fase partecipativa di stesura del nuovo Piano sociale regionale (Psr). Un percorso che ha preso il via venerdì 30 ottobre alla Scuola umbra di amministrazione pubblica di Perugia e che coinvolge tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, dagli enti locali alle forze economiche e sociali, fino al terzo settore.

La fase partecipativa. A lavorare sulla proposta iniziale per arrivare a un testo definitivo che dovrebbe essere pronto a inizio dicembre sono tre focus group multistakeholder: ‘La governance della rete dei servizi e degli interventi sociali’, ‘L’innovazione sociale e il terzo settore’ e ‘Le azioni tematiche del Psr e il ruolo del volontariato’, quest’ultimo suddiviso nei sottogruppi tematici ‘Migranti’, ‘Anziani’, ‘Persone con disabilità/non autosufficienza’ e ‘Famiglia, genitorialità, giovani e minori’. I lavori sono stati introdotti da Alberto Naticchioni, amministratore unico di Villa Umbra, Emilio Duca, direttore regionale Salute e coesione sociale, e dallo stesso Barberini. “Vogliamo far ‘recuperare terreno a chi è rimasto indietro’ – ha commentato l’assessore –. Confermiamo le 12 zone sociali nelle quali i Comuni più strutturati dovranno fare sistema con quelli più piccoli per individuare i bisogni e dare omogeneità nei servizi, ma tutti i soggetti coinvolti possono dare un grande contributo, nella fase di programmazione e in quella attuativa”.

Gli obiettivi del Piano sociale regionale. “Tre sono gli obiettivi fondamentali – ha spiegato Duca –. Innanzitutto, creare un sistema di informazione e conoscenza dei dati che ci permetta di analizzare i bisogni della persone e su quello costruire l’organizzazione dei servizi. Poi, definire un livello minimo di assistenza sociale al di sotto del quale tali servizi non devono mai scendere. Infine, ed è questa la scommessa per fare il salto di qualità, una grande integrazione tra i servizi sanitari erogati dai centri di salute della Regione e i servizi sociali finanziati dai Comuni così da migliorare le risposte ai bisogni di anziani, disabili, nuove povertà e marginalità”.

Cooperazione, Terzo settore e Comuni. A prendere la parola sono stati anche Beatrice Bartolini, responsabile sezione Programmazione sociale di territorio del sistema di servizi per le disabilità della Regione Umbria, Giulio Cherubini, sindaco di Panicale in rappresentanza dell’Anci Umbria, Carlo Di Somma, presidente Federsolidarietà-Confcooperative Umbria, Giancarlo Billi, presidente del Cesvol Perugia, Andrea Bernardoni, portavoce del Forum Terzo settore Umbria. “Condividiamo l’impianto e lo spirito di welfare comunitario – ha sottolineato Bernardoni – e il valore che il Piano da alle relazioni sociali. Crediamo, però, che vada meglio sviluppata la regolazione dei rapporti tra attori pubblici, privati e organizzazioni no profit e che si debba dare più enfasi al tema delle risorse per potenziare i servizi”. “Il ruolo dei Comuni – ha affermato Cherubini – è centrale perché essi rappresentano il primo ente con cui si confrontano i cittadini. È necessaria però una maggiore attenzione dal punto di vista economico affinché non accada, com’è successo negli ultimi anni, che il taglio dei fondi si traduca in una riduzione dei servizi”. “Le uniche certezze finanziarie sono quelle dei fondi europei – ha aggiunto Di Somma – e questo ci preoccupa. Abbiamo bisogno di certezze ma chiediamo anche maggiore innovazione sociale e, alle imprese, più coraggio di investire”.

Nicola Torrini

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