Vertenza Perugina, Ciprini (M5S): “Si riparta dal progetto cooperativa ex dipendenti come soluzione”

Il nostro timore, è che la multinazionale voglia chiudere la vicenda prima dell’insediamento del nuovo Governo

“Il sindaco Romizi si deve impegnare a coinvolgere la Regione nella vertenza Perugina, affinché anch’essa si assuma le sue responsabilità e svolga la sua opera di ‘moral suasion’ che porti ad un ripensamento delle scelte aziendali portate avanti fino ad oggi da Nestlè”.

È quanto afferma la deputata 5Stelle, Tiziana Ciprini, in seguito all’incontro tenutosi nel pomeriggio di ieri in Comune, alla presenza del primo cittadino e del ‘Comitato resilienza operai Perugina’.

“Il nostro timore, è che la multinazionale voglia chiudere la vertenza prima dell’insediamento del nuovo Governo. Motivazione avvalorata dall’atteggiamento da parte di Nestlè che, nonostante le istanze di sospensione da parte dei dipendenti approvate nell’ordine del giorno della Commissione IV del Comune di Perugia, sta già attuando la procedura di chiamata di aut aut.

A tale proposito – prosegue Ciprini – ho inviato una lettera alla viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova in cui ho chiesto di audire presso la sua sede il ‘Comitato resilienza operai Perugina’ e di poter convocare Nestlè al tavolo istituzionale per conoscere le reali intenzioni a medio-lungo termine della multinazionale nei confronti dello stabilimento di San Sisto.

In virtù degli esuberi oggetto di trattativa ai tavoli Mise, la soluzione alternativa rimane quella proposta dal gruppo di ex dipendenti Perugina di voler costituire una cooperativa sul modello dei Workers buyout (i lavoratori che rilevano le aziende in crisi e non). Tutto questo, al fine di mantenere il Know how della lavorazione del cioccolato nel nostro territorio e ripristinare la produzione di alcuni brand e prodotti dismessi dalla Nestlé, che garantirebbero l’occupazione per l’anno intero e non solo per la stagione di punta.

Oltre a ciò – continua la parlamentare – è fondamentale la disponibilità da parte di Nestlé a consentire l’uso del marchio ‘Perugina’ da apporre sui prodotti/brand dismessi dietro corresponsione di royalties. L’obiettivo è sia quello di salvare il posto di lavoro dei dipendenti dichiarati in esubero, e sia creare una cooperativa che rianimerebbe i marchi della Perugina, con un impatto positivo sul territorio e su tutto l’indotto.

L’auspicio – conclude Ciprini – è che il progetto degli ex dipendenti venga accolto favorevolmente da tutti gli attori chiamati in causa, poiché solo attraverso lo strumento del Wbo, importanti aziende come la ‘Perugina’, possono tornare ad essere protagoniste del rilancio del nostro Paese, contro speculazioni finanziarie e desertificazione occupazionale”.

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*