Tommaso Bori (Pd): “Mobilità ferroviaria per lo sviluppo dell’Umbria”

Il consigliere regionale propone una nuova visione del trasporto pubblico locale per un'Umbria più accessibile e sostenibile

Tommaso Bori (Pd): "Mobilità ferroviaria per lo sviluppo dell'Umbria"
Tommaso Bori (Pd): "La mobilità ferroviaria per lo sviluppo dell'Umbria"

Tommaso Bori (Pd): “Mobilità ferroviaria per lo sviluppo dell’Umbria”

Tommaso Bori – Il consigliere regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori, ha sottolineato l’importanza di promuovere il trasporto su rotaia come parte integrante dello sviluppo economico e sociale dell’Umbria. Durante l’iniziativa “L’Umbria e l’Europa: quale trasporto ferroviario per lo sviluppo” tenutasi a Foligno, Bori ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione che rifletta i contenuti del convegno e avvii una discussione approfondita sul futuro del trasporto pubblico locale.

Secondo Bori, la mobilità non deve essere considerata solo come un mezzo di spostamento, ma come un elemento fondamentale per la mobilità sociale ed economica. L’accessibilità e l’interconnessione tra i territori sono fattori chiave per favorire lo sviluppo sostenibile. L’Umbria, quindi, deve puntare su una maggiore cura delle infrastrutture ferroviarie, oltre al trasporto su gomma.

Durante l’evento, al quale hanno partecipato i capigruppo dei principali partiti politici, i rappresentanti sindacali del settore dei trasporti e i politici locali, Bori ha evidenziato la necessità di un cambio di paradigma nei trasporti. Attualmente, i treni sono sottoutilizzati e il traffico automobilistico è in aumento, con conseguente inquinamento e incidenti stradali.

Bori ha sottolineato che la rete ferroviaria umbra ha subito un progressivo impoverimento e un livello di servizio inferiore. Da diversi anni, non sono stati realizzati progetti di ammodernamento, nonostante l’esistenza di una direttrice Firenze-Roma attraverso l’Umbria. Il consigliere regionale propone una revisione del contratto di servizio tra la Regione e Trenitalia, sostituendo alcuni treni regionali e Intercity con Frecciargento o Frecciarossa, che potrebbero accedere alla Direttissima. Inoltre, Bori suggerisce l’istituzione di almeno tre coppie di Frecciarossa Roma-Milano e ritorno.

Bori fa notare che le risorse per questi miglioramenti potrebbero provenire dalla rimodulazione degli orari del servizio di trasporto pubblico locale. Tuttavia, critica l’isolamento dell’Umbria causato dallo stop al progetto Orte-Falconara e la mancanza di progressi nell’infrastruttura ferroviaria della Foligno-Terontola.

Il consigliere regionale conclude affermando che nonostante gli annunci enfatici, l’Umbria è stata trascurata dal centrodestra, che non ha dato il giusto supporto ai progetti di sviluppo del trasporto pubblico.

L’iniziativa a Foligno ha dimostrato la volontà di affrontare seriamente la questione dei trasporti e l’importanza di una mobilità interconnessa, dinamica e rispettosa dell’ambiente per l’Umbria.

L’Umbria guarda al futuro dei trasporti, puntando sulle ferrovie come elemento chiave per uno sviluppo sostenibile e una maggiore qualità della vita dei cittadini umbri.

2 Commenti

  1. Forse il Dr. Bori ha dimenticato che fino al 2019 sono stati sempre loro, cioè la sinistra, a governare l’Umbria ed oggi si vedono i risultati, che, vivaddio riesce a cogliere anche il Consigliere Regionale. Sono decenni che la Regione Umbria è tagliata fuori e in particolare Perugia (Città capoluogo). Il Dr. Bori è troppo giovane per aver vissuto decenni e decenni in una Regione governata dal PCI che poi, nel tempo, ha cambiato vari nomi ed oggi si chiama PD.

  2. Il grafico dovrebbe aiutare chiunque a capire bene la semplicità di come risolvere una volta per tutte l’isolamento storico della città di Perugia. Lo stesso On. Lodovico Maschiella, amava ripetere che per risolvere quel problema, bastava stendere su di un tavolo la cartina geografica: ” lei avrebbe indicato da sola, la soluzione”. Purtroppo egoismi campanilistici , hanno impedito fino ad oggi di realizzare quella soluzione. Negli anni 50, si mise mano all’opera, si costruirono i primi 21 chilometri del tratto Perugia Chiusi. Poi la prepotenza dei campanilismi, che approfittarono del venir meno di alcune figure politiche di riferimento, approfittò e fece recedere l’opera. Si preferì smontare i 21 chilometri già realizzati e funzionanti, che non proseguire con gli altri 10 chilometri per giungere a Chiusi. Se qualcuno è interessato a questa storia, posso procurare materiale informativo di grande rilievo storico per i nostri territori.

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