Terremoto e ricostruzione, i dubbi di Andrea Liberati sul modello Umbria

lacunosa l’intera filiera dei controlli pubblici rispetto all’effettiva ricostruzione fin qui effettuati

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Terremoto e ricostruzione, i dubbi di Andrea Liberati sul modello Umbria “Il Movimento 5 Stelle dell’Umbria ha ritenuto doveroso tacere in questi giorni luttuosi. A oltre una settimana dal sisma, dopo le esequie per le vittime di Accumoli e Amatrice, è venuto il momento di delineare una prima riflessione su quanto succede dalle nostre parti”. Così il capogruppo regionale pentastellato Andrea Liberati secondo il quale “anzitutto permane una forte opacità nella trasmissione dei dati a cittadini e politici eletti. Al momento, nel sito Internet della Regione, l’ultimo report disponibile sulla situazione generale risale al 28 agosto, dopo quelli del 25 e 26, sollecitamente pubblicati on line”.

E per Liberati “questa sarebbe persino poca cosa. Quel che sembra davvero censurabile è minimizzare l’accaduto per motivi primariamente legati all’economia del turismo. Una condotta pubblica responsabile nei confronti dei cittadini (e dei turisti medesimi) dovrebbe invece ispirarsi a verità, qualsiasi conto economico essa presenti. Un contegno del genere sarebbe pure autenticamente orientativo e utile pro futuro nei confronti del Legislatore nazionale”.

Secondo il capogruppo del M5S “in questo momento emergenziale sarebbe necessario meditare anche sulla diffusa assenza di una solida cultura del rischio. Cruciale pure chiedersi come mai si ingrossino ulteriormente le fila degli sfollati umbri, sebbene magnitudo e ipocentro dei sismi su Norcia non siano stati paragonabili con quelli di Amatrice, come i geologi stessi indicano. È poi caduto il silenzio tra il folignate e lo spoletano – aggiunge -, laddove numerosi edifici pubblici e privati (centinaia, come pare? E quali?) hanno manifestato preoccupanti segni di vulnerabilità, pur essendo a decine e decine di km dagli epicentri”.

“Il punto nodale – spiega Liberati – è il fatto che, per una serie di ragioni, l’Umbria non può ancora rappresentare un modello virtuoso, a partire dalle carenze nei controlli sulla ricostruzione post sisma 1997-1998, controlli massimamente registrati soltanto sulla carta in ossequio alla normativa.

Al di là della polemica scoppiata ieri sulla non trascurabile dicotomia tra migliorie e effettivo adeguamento antisismico, vicenda determinata proprio dal ‘modello Umbria’, al di là di quanto rappresenteremo poi nei prossimi giorni in Aula – aggiunge -, affiora come sia stata comprovatamente lacunosa l’intera filiera dei controlli pubblici rispetto all’effettiva ricostruzione fin qui effettuata. Controlli massimamente esercitati – rimarca – soltanto in via amministrativa, quale fatto meramente burocratico, senza che le erogazioni di denaro abbiano imposto per ogni singolo stato di avanzamento le più opportune verifiche in loco da parte degli enti pubblici che disponevano delle risorse, salvo pochissime e meritorie realtà locali, oltre le analisi a campione”.

“Dunque – commenta Liberati -, per procedere alla futura ricostruzione, salvaguardare i cittadini, valorizzare le attività produttive, non limitandosi a dozzinali analisi prima facie, occorre piena conoscenza del pregresso, oltre i toni vagamente e impropriamente propagandistici avvertiti in questi giorni. Omettere le gravi anomalie di ieri – conclude -, minimizzare i danni di oggi, significa solo prepararsi a futuri lutti, a voler tacere dell’assenza di leggi quadro nazionali sulle calamità naturali, nonché delle incertezze sull’affidabilità di alcune tecnologie fin qui applicate nell’opus incertum che connota il costruito antico dinanzi a sismi di magnitudo 5,5 e superiori”.

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