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Sicurezza e percezione: un dibattito acceso
Sicurezza e percezione – Negli ultimi mesi, il dibattito sulla sicurezza ha ripreso vigore, trasformandosi sempre più in una questione di percezione piuttosto che di realtà. In questo contesto, il Circolo Arci “Il Porco Rosso” si è trovato al centro di una controversia mediatica, accusato di strumentalizzare la questione della sicurezza per promuovere i propri valori e ideali.
Il Circolo, tuttavia, respinge tali accuse, sostenendo che la sicurezza sia garantita soprattutto da luoghi di cultura e aggregazione, che offrono un’alternativa alla repressione e all’abbandono.
“Riteniamo inaccettabile essere utilizzati per alimentare una narrazione securitaria che ha conseguenze reali ogni giorno sugli ultimi”, dichiara Aleph Bononi, Presidente del Circolo Arci “Il Porco Rosso”. “Siamo dalla loro parte e chiediamo che la società si faccia carico di chi è invisibile, garantendo le opportunità necessarie e non cedendo alla più facile alternativa della marginalizzazione”.
Bononi prosegue: “Legare l’episodio del 31 gennaio alla questione della sicurezza cittadina senza chiederci un parere e senza problematizzare minimamente l’accaduto è una chiara prova della strumentalità di molti media locali. Piegate la realtà a vostro piacimento: ci rompono una vetrinetta interna rubandoci un’opera esplicitamente antifascista e voi collegate la questione a una generica emergenza sicurezza”.
Lorenzo Moscioni, segretario del Circolo Arci “Il Porco Rosso”, aggiunge: “Per il nostro circolo la vera emergenza sicurezza è quella dei continui attacchi ai principi democratici del rispetto e della libertà di pensiero. Il rischio che percepiamo è quello di chi vuole colpire con atteggiamenti fascisti il nostro operato”.
Moscioni sottolinea inoltre il pericolo delle retoriche securitarie sul tessuto sociale cittadino: “Abbiamo aperto i battenti nel 2019 e poco dopo sono iniziati i problemi denunciati nel post del 5 febbraio, con un picco nel 2022, periodo nel quale per la prima volta ci siamo veramente sentiti a rischio. In un contesto mediatico locale che aveva deciso di ignorare la questione sicurezza, noi subivamo minacce di morte di stampo politico”.
I gestori del circolo concludono: “Il tema della sicurezza cittadina non può essere affrontato con superficialità. Crediamo che i motivi della percezione di insicurezza dei cittadini non debbano essere cercati nell’etnia o reddito delle persone, ma nelle politiche sociali che le istituzioni hanno attuato negli anni precedenti”.
Puntano il dito contro una Regione che “per 5 anni ha escluso dalle case popolari chiunque avesse commesso un reato, anche nel caso risalisse a decenni prima e con pena scontata, condannando queste persone a una situazione che le riavvicina all’illegalità”. Criticano inoltre il Centrodestra che “per anni ha dipinto Perugia come Gotham, creando le fondamenta per la mancanza di solidarietà fra i suoi cittadini”. Infine, denunciano un Governo nazionale che “nasconde dietro la parola sicurezza decreti che attaccano il diritto a manifestare dissenso”.
“Per noi la sicurezza non è una responsabilità individuale, ma istituzionale e quindi collettiva e la nostra collettività non si piegherà mai a retoriche securitarie ma continuerà a costruire sicurezza insieme”, concludono i gestori del Circolo Arci “Il Porco Rosso”.
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