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Sì al patto per rilancio e rinascita dell’Umbria: serve confronto per il futuro
Fortunatamente, in Italia, stiamo uscendo dalla fase di gestione dell’emergenza sanitaria. Il contagio dal Coronavirus pare ormai sotto controllo in quasi tutte le regioni italiane. Anche sul versante economico una fase si è chiusa ed è necessario iniziare a riflettere su quali possano essere le misure migliori per gestire ed accompagnare il sistema nella fase della ripartenza. Gli strumenti messi in campo dal Governo e dall’Europa, fino a questo momento, hanno avuto come filo conduttore quello di mettere in campo una potente iniezione di liquidità nel sistema economico.È però evidente che dopo una fase di iniezione acritica della liquidità, ci sia bisogno di individuare misure alternative di stimolo economico capaci di agire sul versante della domanda. Questo è il nodo centrale su cui concentrarci: ridare fiducia agli operatori. Per fare questo è necessario, prima di tutto, chiamare gli operatori economici e sociali ad assumersi la responsabilità di un nuovo protagonismo rispetto al futuro. Solo attraverso un tavolo in cui riflettere, condividere e concertare un piano strategico che possa guidare l’Umbria verso il mondo nuovo del post Covid. Per fare ciò serve un’azione corale aperta alle forze politiche, alle organizzazioni sociali, alle categorie economiche, al mondo dell’università, delle professioni e agli studenti, che impegni tutti a uno sforzo ideale e progettuale inedito quanto importante.
Il Partito democratico ed in particolare il Gruppo regionale fin da subito ha cercato di intraprendere questa strada. Il voto di astensione sulla proposta di bilancio preventivo proposto dalla Giunta Tesei, era la dimostrazione plastica di una mano tesa affinché le Istituzioni, nel loro complesso, potessero attivare e guidare questo processo.
Allora non venimmo ascoltati, si è preferito continuare in un percorso in solitaria a seguito del quale, la stessa Giunta, si sta ritrovando, però, ogni giorno più sola. Oggi stanno ancora perseverando in questo errore: hanno portato in Consiglio regionale la rimodulazione delle risorse comunitarie ‘libere’ derivanti dal Fondo Sociale Europeo e dal Fondo per lo Sviluppo Regionale, senza averle concertate con nessuno. Non diciamo con noi, rappresentanti della minoranza politica consiliare, ma neanche con le associazioni di categoria.
Per questo abbiamo accolto con favore la proposta che Cna, Confcommercio e Confartigianato hanno avanzato nelle scorse settimane dalle pagine dei quotidiani regionali, per realizzare un patto per la rinascita dell’Umbria. È la conferma che c’era del buono in quello che andavamo affermando nel segno dell’apertura e del confronto.
Speriamo che questa richiesta, ora che è stata avanzata anche dai rappresentanti degli interessi reali, possa trovare maggiore attenzione. Rimaniamo convinti che il confronto sia la strada maestra da seguire per comprendere appieno la complessità della fase che stiamo vivendo e trovare le giuste risposte ai bisogni emergenti di cittadini e imprese, e, proprio per questo, non mancheremo di portare il nostro contributo nell’esclusivo interesse dei cittadini umbri.
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