Scuole e asili chiudono, Pd, Wague’ e Romizi perdono sfida servizi educativi infanzia PERUGIA – C’è stato bisogno della pubblicazione di foto allarmanti di un genitore e del potente rumoreggiare dell’opinione pubblica per svegliare dal torpore l’amministrazione comunale sulla delicata e prioritaria questione della necessità di una pianificazione di interventi per la messa in sicurezza delle scuole comunali. La scelta, definita obbligata, porta la firma del sindaco Romizi e ha determinato la chiusura, tramite due ordinanze, delle aule della struttura che ospita il nido e la scuola per l’infanzia di Pian della Genna, dopo che importanti infiltrazioni d’acqua hanno aggravato una situazione già compromessa. Oggi si parla quindi di verifiche e sopralluoghi per capire le condizioni di questa struttura in particolare e di un piano di interventi per la messa in sicurezza delle scuole comunali: dieci istituti sotto la lente di ingrandimento, solai da rifare o da sistemare, indagini strutturali in corso.
Ben venga, ma tardi. Quanti asili nido e quante scuole non rispettano più i criteri della legge nazionale e regionale? E perché il Comune di Perugia sceglie di continuare ad aprirli con le autorizzazioni in deroga? Altre strutture chiudono per non riaprire, come l’asilo nido “Magnolia” di Collestrada. Al contrario di quanto promesso dall’assessore Waguè e dal sindaco Romizi che ne avevano garantito la riapertura, avventurandosi finanche nella progettazione di un inedito “agri-nido”.
Nella realtà la struttura è stata chiusa e, ad oggi, non si conosce il futuro utilizzo che la Giunta ha in mente per lo stabile al centro del paese. Nonostante da quasi un anno i genitori e i cittadini di Collestrada stiano aspettando che le decisioni tanto annunciate vengano comunicate. Come ha agito, cosa ha programmato, quali le soluzioni sono state messe in campo dalla Giunta per evitare di operare sempre in urgenza e a tampone del malcontento dei cittadini?
Ricordiamo che lo scorso novembre il vice sindaco Barelli, a seguito di un’interrogazione scritta inviata sei mesi prima che chiedeva di riferire circa lo stato degli edifici scolastici, rispondeva che “nessun edificio era in condizioni così critiche da precluderne l’utilizzo”.
Oggi possiamo dire che quella risposta fu quantomeno superficiale e si utilizzò un concetto molto vago di criticità.
Pensavamo allora e ribadiamo oggi con vigore quanto la soglia di attenzione verso determinate tematiche, e il comparto scuole con le sue molteplici implicazioni vi entra di diritto, deve essere sempre di massimo livello e che su questo non debbano esserci strategie politiche, ma proficua collaborazione istituzionale. Ancora una volta inascoltati, ancora una volta l’amministrazione non sceglie le buone pratiche e il benessere dei propri cittadini, adulti e bambini.
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