Rimozione manifesti Pro Vita Magione De Vincenzi desta preoccupazione “Desta preoccupazione la recente ordinanza del sindaco di Magione, Giacomo Chiodini, che alla stregua di altri colleghi (fra i quali Virginia Raggi), ha disposto la rimozione dei manifesti ideati dall’associazione ‘Pro-vita’, per la promozione della vita stessa e il contrasto all’aborto non come abrogazione di una legge dello Stato, ma come visione antropologica dell’esistenza usa e getta che sta imperversando nelle nostre società”. Lo afferma il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto-Umbria Next), che chiede al sindaco di Magione “di rivedere l’ordinanza di rimozione dei manifesti dell’associazione ‘Pro Vita’, alla luce delle disposizioni delle Carte Internazionali e della Costituzione Italiana”.
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De Vincenzi spiega che “i manifesti mettono in risalto una verità inconfutabile, ovvero che la nascita di un persona è tale perché si è scelto di portare a termine la gravidanza.
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La legge ‘194/78’, per quaranta anni interpretata ideologicamente come schermo normativo di tutela della libertà di aborto, insiste sul diritto alla vita e alla maternità e delinea chiaramente dei percorsi di cura e di supporto della gestante negli aspetti biologici e psicologici. Poi, certamente, legalizza la pratica di aborto concedendo piena libertà alla gestante, sempre all’interno di una cornice legislativa ben definita.
In tal senso – aggiunge il consigliere regionale – appare davvero inspiegabile la rimozione dei manifesti ideati dalla ‘Pro-Vita’, ordinata dell’amministrazione comunale di Magione, giustificata dall’infrazione del Titolo I della Costituzione che tutela le libertà individuali e da una opposizione al dettato dalla legge ‘194/78’ rispetto al ‘diritto all’aborto’”. De Vincenzi ritiene che “l’ordinanza pecchi di arbitrarietà, perché la rimozione di questi manifesti configura la lesione di due principi cardine sui quali si fonda il nostro ordinamento giuridico.
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
Il primo fa riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata dalle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948, a cui la Costituzione Italiana si richiama quando parla di diritti inviolabili. All’articolo 3 statuisce che: ‘Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona’.
Da ciò discende che il diritto alla vita è incondizionato, inderogabile e indisponibile. E poi il tanto citato articolo 21 della nostra Carta costituzionale, che sancisce il ‘Diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. Su queste basi di natura antropologica e giuridica, che hanno determinato il modello della nostra società occidentale, chiediamo – conclude De Vincenzi – all’amministrazione di Magione e in particolar modo al sindaco Chiodini, di rivedere le proprie scelte alla luce del diritto alla tutela della vita e alla piena libertà di espressione”.
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