L’assemblea straordinaria si terrà a Roma a metà marzo. L’Umbria invierà 50 delegati – Le proposte all’interno dell’unica mozione saranno oggetto di pubblica consultazione
La necessità di un congresso straordinario. “In questo periodo – ha esordito Nencini – la situazione italiana è cambiata: un nuovo governo e una condizione economica che ancora non brilla. Ma anche un grande cambiamento a livello mondiale con l’elezione di Trump e le prossime elezioni in Germania. Era giusto, quindi, che una grande forza riformista della sinistra italiana facesse un checkup per poter dire la sua nei prossimi mesi”. Il congresso straordinario, che vedrà la partecipazione dall’Umbria di 50 delegati, arriva, infatti, a meno di un anno dal precedente congresso nazionale di Salerno. “Dopo il referendum e la bocciatura, da parte della Consulta, della legge elettorale – ha sottolineato il segretario regionale umbro del Psi Silvano Rometti –, il sistema politico sta entrando in una fase totalmente nuova. Si tratta di precisare la nostra linea politica e riproporre la nostra presenza a livello nazionale. In Umbria, in questo riusciamo bene considerando anche il recente risultato, molto significativo, alle elezioni provinciali. Il nostro obiettivo è mantenere in vita l’organizzazione in questa regione e contribuire al governo delle amministrazioni locali nel centrosinistra, con la nostra posizione identitaria e autonoma”.
Legge elettorale. Nencini ha, quindi, affrontato il tema della legge elettorale. “La nostra indicazione – ha detto – va a una legge che rafforzi la possibilità di costruire coalizioni coese di governo. La migliore, in questo senso, è il Mattarellum o, in alternativa, una legge che consegni a una coalizione e non a un solo partito il premio di maggioranza al 40 per cento”.
L’Unione europea. Infine, il segretario nazionale si è espresso sull’Europa: “Quella che conosciamo va malissimo. Se rimane così, è destinata a non svolgere nessun ruolo nelle relazioni internazionali. Bisogna cambiarla modificando il trattato di Dublino sulle ondate migratorie, perché ciascuno abbia la sua parte e le sua responsabilità. Servono, poi, un ministro del tesoro unico e, soprattutto, gli Eurobond per investire di più nelle politiche del lavoro e dell’occupazione”.
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