Produzione locale di nocciole, sostegno agli imprenditori agricoli umbri

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione dei consiglieri Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni (Pd)

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione dei consiglieri Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni (Pd) sul sostegno agli imprenditori umbri del settore delle nocciole

Produzione locale di nocciole, sostegno agli imprenditori agricoli umbri

L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione dei consiglieri regionali Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni (Pd) che chiede all’Esecutivo di Palazzo Donini di “sostenere gli imprenditori agricoli dell’Umbria, del settore della corilicoltura, prevedendo strumenti efficaci volti a promuovere e valorizzare la qualità delle produzioni locali di nocciola”.

Illustrando l’atto in Aula, Casciari ha spiegato che “è necessario valorizzare modelli di aggregazione agricola in Umbria, che potrebbero essere incentivati e sostenuti per creare sinergie positive volte alla valorizzazione della produzione locale di nocciole. La nostra regione, infatti, è già nota a livello nazionale e internazionale per la sua vocazione dolciaria, tanto da essere conosciuta anche come ‘Distretto del cioccolato’. Questo grazie alle importanti manifestazioni dedicate che richiamano annualmente migliaia di turisti. In Umbria, tale produzione può rappresentare una concreta opportunità d’impresa, di riconversione e di valorizzazione di ampie zone del territorio agricolo regionale. Inoltre, la produzione in filiera permetterebbe di conseguire alti livelli di qualità del prodotto, di verificare costantemente la tracciabilità delle produzioni e di produrre economie di scala. Sarebbe anche necessario coinvolgere l’Università e gli istituti di ricerca al fine di creare le condizioni ed offrire supporto in termini di sostenibilità, valorizzazione vivaistica e qualificazione dei terreni per offrire nuove possibilità di reddito a questa regione. A tale fine dovrebbero essere inseriti nei piani di Sviluppo rurale regionale (Psr) 2014-2020, finanziamenti appositi per supportare ed incentivare il comparto anche e, soprattutto, per sostenere gli agricoltori nei primi cinque anni dall’impianto del noccioleto in attesa che la piantagione diventi produttiva”.

 

INTERVENTI
Andrea LIBERATI (M5S): “Va bene parlare della produzione di nocciole e di nuove filiere agricole. Però ricordo che un pezzo di regione è stato dimenticato dalla politica e dalla magistratura. Penso alla conca del Ternano-Narnese contaminata da metalli pesanti. Un territorio che sta perdendo la sovranità alimentare. Ci sono stati studi, ordinanze di divieto di coltivazione a Terni. Mi stupisco che non intervenga nessuna autorità. La magistratura non sta facendo il proprio dovere, da molti anni”.

Claudio RICCI (Misto-Rp/Ic): “Voto positivo a questa mozione perché va verso la valorizzazione delle identità e delle produzioni tipiche, che sono 5mila nel nostro Paese e che potrebbero determinare una filiera di sviluppo di grande interesse. L’integrazione delle produzioni agricole è il vero tema. Le aziende agricole stanno diventando sempre più flessibili ed eterogenee. Spesso c’è necessità di far conoscere tali opportunità. La valorizzazione vivaistica porta a riflettere sul rapporto con le strutture edilizie necessarie per lo svolgimento di tali attività”.

Emanuele FIORINI (Lega): “La produzione delle nocciole ‘made in Umbria’ sta avendo uno sviluppo repentino che in alcune zone come l’Alto Tevere e l’Orvietano, dando nuova linfa a imprese umbre che stanno cercando di variare le loro produzioni. L’intento della mozione è condivisibile. La tradizione dolciaria del nostro territorio va difesa e implementata. Le buone intenzioni dell’atto però si scontrano con la realtà dei fondi del Psr, che ha risorse troppo esigue per coprire tutte le richieste di nuovi investimenti per noccioleti. Gli agricoltori umbri sono ancora una volta beffati”.

 

Fernanda CECCHINI (assessore regionale): “In Umbria le cose sono più avanti di quanto si possa pensare. Da mesi è in atto un confronto con soggetti interessati, anche quelli che si occupano della ricerca. Questo perché c’è bisogno di accertare la vocazione del terreno per capire se è possibile impiantare questa produzione. Un lavoro che ha coinvolto anche l’Università con innumerevoli incontri sul territorio. Anche perché le grandi imprese cercano la nocciola ‘buona’. Per l’Umbria investire sulla nocciola significa fare un’azione in sintonia con le produzioni agroalimentari come il cioccolato per la quale è riconoscibile. Abbiamo fatto protocolli di intesa con imprese e accordi con Nestlè. Ma è la filiera che deve trovare acquirenti per il prodotto. Noi comunque ci siamo mossi, abbiamo individuato in una sotto-misura del Psr la possibilità di incentivare le piccole filiere di nocciola, olio o altre piccole produzioni. Per la misura della piccola filiera siamo in attesa del via libera da parte della Commissione europea per aprire il bando, che speriamo possa partire entro il 2018. Con il Psr abbiamo finanziato centinaia di aziende, ma non è possibile finanziare tutto”.

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