Piano sanitario apre scenari allarmanti, consiglieri Pd criticano scelte
“La pre-adozione del nuovo Piano sanitario, da parte della Giunta regionale, apre scenari allarmanti sia per quanto riguarda la destrutturazione della sanità pubblica in Umbria e nel ternano, sia sul versante dell’indebolimento ulteriore della medicina territoriale a partire dalla drastica diminuzione dei distretti sanitari. Ma non solo”: lo evidenziano i consiglieri del Partito democratico Fabio Paparelli (Regione), Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis (Comune Terni).
“Nei giorni scorsi – ricordano – abbiamo già posto l’attenzione sulle lunghissime liste di attesa relative a visite ed interventi, sui ritardi nei referti, sull’inutilizzabilità della sala autoptica, sulle celle frigorifere piene presso l’obitorio, sulla carenza di personale e su molti altri aspetti come le difficoltà a garantire interventi chirurgici di ordinaria amministrazione e la continuità dei trattamenti salvavita. Tutti sintomi di un sistema in fortissima criticità e non governato a dovere”.
“Il nuovo piano regionale recentemente approvato – rilevano Paparelli, Filipponi e De Angelis – rischia di peggiorare ulteriormente la situazione introducendo un sistema di governance della sanità che da un lato accentra i processi decisionali ma dall’altro appare in aperta con la convenzione stipulata con l’Università.
L’assenza di un punto di equilibrio tra la programmazione in capo alla politica e la gestione in capo alle aziende, nega, di fatto, l’autonomia delle aziende ospedaliere e territoriali stesse sul versante gestionale e non servirà a mettere una toppa ai buchi di bilancio creati in questi due anni di pandemia. Il Psr penalizza ulteriormente Terni, allontanando la città dai processi decisionali. E ciò sta avvenendo senza una vera e propria partecipazione con i portatori di interessi e con gli operatori della sanità. La scelta di diminuire drasticamente il numero dei distretto, dai 12 attuali a quattro, penalizzerà oltremodo la nostra provincia che vede aboliti sia il distretto di Narni-Amelia che quello di Orvieto. Cosa che sta accadendo nel silenzio più assoluto del presidente della Provincia e dei sindaci di Amelia e Orvieto.
Nei prossimi giorni solleciteremo l’amministrazione regionale e quelle comunali affinché venga posta la massima attenzione anche sull’organizzazione della medicina territoriale e delle case della salute, che dovrebbero essere diffuse sul territorio e nella città di Terni in modo da servire i cittadini capillarmente.
Sul versante delle carenze dei medici di base è giunto il momento invece che vengano assunte dai sindaci delle iniziative nei confronti della Regione stessa che non sta dando risposte neppure sui medici per la continuità assistenziale (i cosiddetti medici di famiglia e le guardie mediche). Si tratta di uno degli ultimi presidi rimasti sul territorio ed è fondamentale alleggerire la pressione su di loro, come sui dipartimenti di prevenzione e sulla sanità territoriale.
Solo nella Asl2 entro la fine del 2022 verranno a mancare ben 57 medici di famiglia che, in rapporto ad una media di mille assistiti per medico, significa che una popolazione di quasi 60 mila assistiti rischia di non avere più un medico di medicina generale. Tali carenze andranno a penalizzare in particolare la città di Terni ed i comuni limitrofi. E’ necessario ripartire dal confronto e dalla condivisione delle strategie future con gli operatori della sanità e con le parti sociali e da una partecipazione ampia di tutti i cittadini, prima di procedere con l’iter in Consiglio regionale all’esame del nuovo piano sanitario regionale.
L’auspicio è si muova una mobilitazione collettiva per evitare che la città di Terni venga ulteriormente penalizzata da scelte prive di criterio e senso, volte a destrutturare e depotenziare l’azienda ospedaliera e la medicina di territorio”.
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