Perugia nella Top 10 delle città più care d’Italia: un appello per interventi a lungo termine
Perugia, una volta di più, si trova tra le dieci città italiane con il costo della vita più alto. Secondo i dati elaborati dall’Unione Nazionale Consumatori, la città umbra si colloca al sesto posto per l’aumento dei prezzi registrato nel 2023. Le statistiche sull’inflazione rilasciate dall’Istat rivelano un incremento di circa 1.470 euro che ogni nucleo familiare di Perugia ha dovuto affrontare rispetto all’anno precedente.
Questi aumenti, che riguardano principalmente i prodotti alimentari come olio, frutta, verdura e cibo per bambini, sono diventati insostenibili. Da mesi, l’alto costo della vita sta spingendo molti cittadini verso una grave crisi sociale, costringendoli ad indebitarsi per coprire le spese quotidiane per beni essenziali. Le misure anti-inflazione a breve termine, come i prezzi calmierati per un periodo di 2-3 mesi, non sono sufficienti. È necessario un intervento efficace e di lunga durata.
Le famiglie sono al limite: i più poveri diventano sempre più poveri e la classe media continua a scivolare verso il basso. Per i genitori, diventa sempre più arduo portare a casa il necessario per i pasti quotidiani, poiché gli stipendi rimangono invariati mentre il costo della vita continua a salire. E questo senza considerare le altre spese che gravano sui bilanci familiari, come le spese mediche, scolastiche e sportive.
È ora che i nostri amministratori smettano di fare proclami continui per promuovere progetti ancora da avviare e si concentrino invece su misure straordinarie per affrontare questa crisi e sostenere lavoratori e imprese. Il nostro Comune potrebbe adottare numerose misure per salvaguardare il potere d’acquisto e offrire ai cittadini un sostegno al consumo, al reddito, al credito e ai servizi, così come hanno fatto le giunte di altre città italiane.
Ad esempio, potrebbe assegnare buoni spesa validi nei negozi di vicinato selezionati insieme alle associazioni di categoria, offrire sconti nella grande distribuzione per i beni di prima necessità, fornire voucher per usufruire di servizi comunali, negoziare e aumentare i salari, rafforzare gli ammortizzatori sociali, ridurre il gettito fiscale, affrontare l’emergenza abitativa, applicare locazioni garantite dal municipio e, allo stesso tempo, effettuare controlli più rigorosi sulle tariffe degli affitti applicate dalle società che gestiscono il social housing.
In conclusione, il Comune deve assumersi la responsabilità di riunire attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di tutti i settori coinvolti, pubblici e privati, per affrontare questa crisi. E’ quanto scrive inuna nota stampa Francesca Tizi consigliere comunale del M5S.
E’ stata da tempi atavici sempre una delle città più care,non scopriamo l’acqua calda….!