“Perché si: le ragioni di una riforma”: il vice ministro Enrico Morando a Mantignana

Sono intervenuti anche l’assessore regionale Luca Barberini e la presidente regionale Comitati per il Sì Socialdem Francesca Castellani

Da sx Enrico Morando, Franco Baldelli e Luca Barberini

“Perché si: le ragioni di una riforma”: il vice ministro Enrico Morando a Mantignana CORCIANO – Non avere più due Camere (quella dei Deputati ed il Senato) con gli stessi poteri che non permettono al Governo di operare con snellezza e costituire una Camera delle Regioni per evitare il contenzioso sistematico che, dal 2001, esiste tra le leggi nazionali e quelle regionali. Per il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, solo questi dovrebbero essere i motivi più che sufficienti per volere una riforma e per votare “sì” al Referendum costituzionale in programma domenica 4 dicembre. “L’alternativa – ha detto – è che tutto resterà come oggi, vi piace?”. Su questi punti si è soffermato Morando venerdì sera intervenendo all’iniziativa, molto partecipata, promossa presso il circolo Arcs di Mantignana di Corciano ed organizzata da Franco Baldelli (assessore ai Servizi Scolastici, Bilancio, Personale ed Innovazione Tecnologica Comune di Corciano), che ha moderato l’incontro, e Maria Chiara Giraldo (consigliere comunale del Ncd di Corciano). Oltre al vice ministro erano presenti l’assessore regionale alla Sanità e Servizi Sociali, Luca Barberini, e la presidente regionale Comitati per il Sì Socialdem, Francesca Castellani, mentre doveva intervenire il presidente della presidente della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, Fabrizio Cicchitto, che per un problema dell’ultimo minuto non è riuscito a raggiungere l’Umbria ed è stato sostituito all’ultimo minuto da Massimo Monni, ex consigliere regionale del gruppo misto Ncd.

 

morando-a-mantignana

Enrico Morando ha cominciato il suo intervento spiegando che è necessario che “vinca il sì per creare le condizioni per permettere alla nostra Costituzione, almeno nella prima parte, di essere attuata”. L’articolo 3 della Costituzione cita: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Secondo il vice ministro questo comma non viene attuato in pieno in quanto “abbiamo un Governo debolissimo, che non è in grado di nominare e revocare i ministri. Deve avere la fiducia di due Camere e siamo l’unico paese parlamentare al mondo ad essere gestito così”. Morando ha poi spiegato alcuni passaggi che i primi anni della Repubblica sono stati fatti per accordi politici dettati dalla situazione del momento, diversa da quella attuale. Ma oggi “l’Italia – secondo il vice ministro – dove avere un Governo autorevole”. Per quanto riguarda la costituzione di una Camera delle Regioni doveva essere realizzata già dal 2001, anno in cui c’è stata la riforma che ha rafforzato il potere delle Regioni. Prevedeva anche la nascita di questo organo istituzionale che non è mai nato dando vita al contenzioso sistematico tra le legge nazionali e quelle regionali. “Vogliamo cambiare – ha detto ancora – e per farlo i Senatori hanno avuto il coraggio di sciogliere se stessi per costituire la Camera delle Regioni. Questi sono i due pilastri della riforma costituzionale che giustificano ampliamente il sì. Poi – ha terminato Morando – il resto può essere aggiustato”.

 

da-sx-castellani-morando-baldelli-barberini-e-monniFranco Baldelli, invece, annunciando l’assenza di Cicchitto, ha tenuto a precisare che l’iniziativa organizzata non era politica ma promossa “da un gruppo di cittadini consapevoli che bisogna trovare insieme le ragioni per andare a votare il 4 dicembre. Dobbiamo creare i presupposti per rimettere in moto il Paese, da subito. Non possiamo permetterci il rischio di non farlo. Ognuno di noi – ha concluso Baldelli – deve fare la propria parte”.

 

Subito dopo Massimo Monni e Francesca Castellani hanno portato i propri saluti sottolineando che la riforma farà fare un passo in avanti al Paese. La presidente regionale Comitati per il Sì Socialdem ha anche detto che votando “sì” sarà inserita nella Costituzione anche la “parità di genere”.

 

Ha concluso l’incontro l’assessore regionale Luca Barberini che ha detto che con la riforma “tocchiamo l’organizzazione del nostro paese. La Costituzione è una ‘macchina’ vecchia 70 anni e va sostituita”. Questa necessità è certificata dal debito pubblico. “Il nostro Prodotto interno lorodo – ha proseguito . non ha ancora raggiunto i livelli pre crisi. Siamo ancora sotto del 10% rispetto al 2007. Il 40% dei nostri giovani cerca lavoro. Il nostro sistema ha bisogno di essere ossigenato. Noi non vogliamo lasciare l’Italia così come è oggi: questa è la nostra sfida. I cittadini ci chiedono di essere tempestivi, veloci e di abbassare i costi. Con la riforma questi presupposti ci sono. Se vince il ‘no’ il nostro Paese resterà fermo per altri 20 anni. Con la riforma non ci saranno limitazioni di carattere sociale e sanitario. Ad oggi abbiamo 21 sistemi sanitari diversi tra di loro: siamo un Paese democratico disemogeneo. Solo 5 regioni non sono state bloccate nei piani di rientro e non va bene. Il Paese ha bisogno di cambiare ed essere rinnovato, non vogliamo modificare i principi e i valori che ci caratterizzano”.


 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*