Pd Umbria, settimana dedicata alla discussione sul tema rifiuti

Leonelli: "Abbiamo le carte in regola per essere un'avanguardia nel sistema nazonale"

Opposizioni basse e meschine e non meritano risposta, Giacomo Leonelli tuona dal Pd
giacomo leonelli

Pd Umbria, settimana dedicata alla discussione sul tema rifiuti

PERUGIA – Settimana fondamentale, questa, per la riflessione intorno al tema dei rifiuti avviata nel novembre scorso dal Pd Umbria. Dopo la piattaforma elaborata dalla segreteria regionale e a seguito di una approfondita discussione nell’assemblea dei sindaci Pd, la palla passa ora ai circoli territoriali, che avranno modo di partecipare il tema, condividere la traccia di lavoro ed elaborare eventuali osservazioni. È stata, poi, convocata per sabato mattina la direzione regionale sull’argomento, che avrà il compito della sintesi e che vedrà la partecipazione dell’assessore regionale Fernanda Cecchini. “Sarà una settimana di lavoro impegnativo su un tema centrale dell’agenda politica che va gestito con responsabilità, con la dovuta profondità di analisi e con intelligenza. Dopo il successo ottenuto dalla Regione Umbria sulla termovalorizzazione con la deroga allo Sblocca Italia – sottolinea il segretario del Pd Umbria Giacomo Leonelli – è tempo di ragionare su una strategia di medio e lungo periodo. L’Umbria, non solo per dimensione, può essere regione d’avanguardia nel sistema nazionale e questo è il nostro orizzonte”.

Pd Umbria

RIFIUTI

La definizione normativa in Italia è data dall’art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo unico ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”. (10G0235) (GU n. 288 del 10-12-2010 – Suppl. Ordinario n.269): « Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi » L’atto di “disfarsi” va inteso indipendentemente dal fatto che il bene possa potenzialmente essere oggetto di riutilizzo, diretto o previo intervento manipolativo. Secondo la Circolare del Ministero dell’Ambiente 28.06.1999 “disfarsi” equivale ad avviare un oggetto o sostanza ad operazioni di smaltimento o di recupero (rispettivamente allegati B e C alla parte quarta del D.Lgs. 152/2006). Unione europea[modifica | modifica wikitesto] L’Unione europea, con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 (Gazzetta ufficiale europea L312 del 22 novembre 2008) li definisce “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”.[2] Non sono considerati rifiuti i “sottoprodotti”, ossia i residui ottenuti da un ciclo produttivo che soddisfano i requisiti elencati nell’art. 184-bis del D.lgs. 152/2006: la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi; la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana. È previsto che, dopo una determinata lavorazione, un rifiuto possa cessare di essere tale se vengono rispettate le condizioni elencate nell’art. 184-ter del D.lgs. 152/2006: la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto, non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

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