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Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi nel trattamento dei pazienti con epatite C cronica, in particolar modo nei pazienti con infezione da HCV genotipo 1. Per la cura di questa malattia è necessaria la somministrazione di antivirali diretti di prima generazione. Ad oggi, come è stato fatto presente durante il convegno Epotalogico Umbro, al quale ho preso parte nella giornata di sabato 23 maggio, in Umbria questi particolari farmaci non sono distribuiti a tutti i malati, costringendo alcuni di essi ad acquistarli a prezzi stratosferici. La nostra è l’unica regione che non prevede un’assistenza farmacologica paritaria per chi è affetto da epatite C cronica. Un fatto, questo, di estrema gravità e che porta lontano dai principi di uguaglianza alla base di qualsiasi società moderna. Si viene infatti così a scoprire che nella nostra regione esistono pazienti di serie B e pazienti di serie A. La famosa eccellenza del sistema sanitario umbro, di cui l’Amministrazione attuale si fa tanto vanto, si sgretola ben presto. Basta, infatti, mettere in luce casi come questi per comprendere che l’a, b, c dell’assistenza viene a meno. Si risparmia su cose importanti, lasciando da parte problemi seri e mettendo all’angolo persone che hanno una reale necessità di cura. Il fatto che la regione Umbria sia l’unica a non passare antivirali diretti di prima generazione lascia attoniti e senza parole.
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