Marco Squarta ed elezioni regionali, vittoria schiacciante e FdI cresce ancora
«FdI è l’unico partito che cresce ma le elezioni del 27 ottobre verranno ricordate come un grande risultato per tutto il centrodestra – spiega Squarta -. Ora dobbiamo lavorare, sento molto la responsabilità che i cittadini umbri ci hanno assegnato con questa vittoria, ancor più della felicità per questa entusiasmante vittoria e della soddisfazione personale per le oltre seimila preferenze ricevute. Siamo già molto concentrati sul lavoro che bisogna fare per rimettere in piedi questa regione che ora, finalmente, avrà una giunta che si occuperà dei veri problemi dei cittadini.»
La vittoria schiacciante di Donatella Tesei ci consegna un’enorme responsabilità – prosegue Squarta, finora portavoce dell’opposizione a Palazzo Cesaroni – in quanto da noi ci si aspetta molto sotto ogni punto di vista. In Umbria c’è un sistema ferroviario fermo agli anni Settanta e dal 2010 a oggi sono sparite 3.770 aziende, il Pil è crollato di otto punti percentuali.
Non c’è dunque più un minuto da perdere per riammodernare le infrastrutture e il modo di fare economia, rilanciare il turismo, preoccuparci del tema dei giovani che se ne vanno, delle politiche di sostegno alla famiglia, valorizzare le piccole e medie imprese e i trasporti per scongiurare il definitivo isolamento dal resto dell’Italia».
A noi, in fondo, non sono mai piaciuti gli slogan facili e le promesse impossibili, con costanza abbiamo sempre percorso la strada più lunga e faticosa per ottenere vittorie straordinarie come quella di oggi. Nella politica del trasformismo, delle alleanze improbabili e delle opinioni volatili noi di Fratelli d’Italia, partito balzato in poco tempo dal 3 al 10 per cento grazie al duro lavoro quotidiano di una seria classe dirigente, continueremo ad essere coerenti.
D’altronde – conclude Squarta – una ragione ci sarà pure se in Umbria, regione da sempre governata dalla sinistra, il 60 per cento vota oggi per il centrodestra e per il 50 per cento vota destra. Vincere con questi numeri in un sistema non tripolare nel quale dall’altra parte si erano organizzati tutti, cosa diversa dunque rispetto a Perugia e Terni, è un’autentica rivoluzione».
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