Liberati (M5s), piano rifiuti, poco tempo per esaminare punti previsti

Si è verificata una certa dispersione del lavoro in tanti rivoli e talvolta anche risposte approssimative da parte dei nostri interlocutori

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Liberati (M5s), piano rifiuti, poco tempo per esaminare punti previsti

Commissione d’inchiesta è nata un po’ zoppa ed inizialmente c’è stata una sorta di pregiudizio politico. Penso che avremmo potuto fare molto, molto di più con un differimento, una scadenza sostenibile. La Commissione non ha colto alcuni degli obiettivi che si erano prefissi, in particolare da un punto di vista metodologico. Ogni audizione ha rappresentato un mondo a parte. Ci sono stati momenti indubbiamente alti e di grande confronto e mi riferisco al professor Ganapini, una nomina felice da parte della Giunta Marini, però quell’audizione è rimasta come confinata in una bolla. Si è verificata una certa dispersione del lavoro in tanti rivoli e talvolta anche risposte approssimative da parte dei nostri interlocutori. Le interdittive hanno toccato Gesenu e altre società, praticamente l’intero Ati 2 visto anche quanto accaduto con Tsa, le gare d’appalto con i ribassi minimali ridicoli che ci sono stati non hanno avuto alcuna ricaduta in positivo, in fatto di tariffa, per cittadini, famiglie, imprese.

De Paolis della Gesenu sosteneva che non è imputabile al gestore il non raggiungimento degli obiettivi sulla raccolta differenziata, il famoso 65 per cento, ma molto è imputabile ai Comuni. Ed in questa contrapposizione a distanza è stato interessante ascoltare, dall’altra parte, Betti, il nuovo capo dell’Auri, il quale sostiene, da sindaco di Corciano, che al contrario il problema è che i Comuni vengono lasciati soli. Ci sono alberghi di dimensioni normali che pagano 55 mila euro di smaltimento immondizia, come ha ricordato il sindaco Caldarelli, e per forza mandano a casa la gente, o pagano l’immondizia o pagano i dipendenti.

In merito alla quantificazione dei danni ambientali, chiedevamo di verificare eventuali condotte illecite attuali e pregresse. Bisogna restituire efficienza ai protocolli di monitoraggio, lasciati troppo spesso a dormire. E a proposito della quantificazione dei danni ambientali oggi i nodi vengono al pettine. Il punto 3 del programma della Commissione era valutare se l’attuale sistema di programmazione e pianificazione della gestione rifiuti determini una particolare agibilità di attività criminose.

Bisogna fare un passo avanti, soprattutto alla luce di quello che è accaduto, l’accentramento della gestione e della valutazione del ciclo nell’Auri, ha comunque di fatto deresponsabilizzato i Comuni che affidano ai gestori i compiti anche del controllo. Noi sosteniamo il tema della ripubblicizzazione completa del servizio. Noi ovviamente sosteniamo la libera impresa, ma ci sono delle questioni su cui forse è bene, anzi necessario che il pubblico torni a fare la sua parte.

In merito ad eventuali conflitti d’interessi a carico di gestori di discariche e impianti di incenerimento, rispetto ai soggetti affidatari di raccolta gestione, i conflitti sono all’ordine del giorno, e con Auri le cose potrebbero persino peggiorare. Non c’è ancora alcuna possibilità di controllo da parte di cittadini, comitati e associazioni, occorre finalmente separare i gestori della raccolta dai gestori degli impianti di smaltimento.

Sul raggiungimento di tutti gli obiettivi del vigente piano regionale rifiuti e delle direttive europee, crediamo che in questi anni ci sia stato un grande dispiegamento di mezzi mediatici per distogliere l’attenzione dai reali problemi che poi sono puntualmente esplosi, come la raccolta differenziata, il riciclo, l’effettivo riciclato, la riduzione all’origine e l’impiantistica. Le discariche sono ormai quasi piene, ma i piani alternativi latitano, e anche se partisse il Css, l’importante funzione delle discariche non verrebbe meno nel vigente quadro pianificatorio.

Non si hanno invece notizie circa i controlli sulle procedure poste in essere dai gestori, se e quali esposti siano pervenuti negli ultimi cinque anni in riferimento a eventuali irregolarità. Nulla anche rispetto alla verifica dello stato di avanzamento delle operazioni e di messa in sicurezza dei siti di interesse regionale presenti nel piano di bonifica.

Bene le audizioni fatte rispetto agli strumenti utili alle verifiche e valutazioni, ma non è stato fatto neanche un sopralluogo. Non è stato affrontato il tema relativo a proposte e azioni tese a prevenire infiltrazioni delle attività criminose. Molte quindi le criticità registrate nel lavoro della Commissione, per via soprattutto della tempistica. Ganapini ha proposto un modello di gestione radicalmente opposto da quello del piano regionale 2009: ci ha detto che l’Umbria è una piccola regione e sarebbe facile affrontare questo genere di problemi semplicemente applicando le normative vigenti, e quindi riducendo fortemente anche il rischio ambientale, ma lui parla un’altra lingua rispetto al duo Marini-Cecchini. Un tema importantissimo per noi è rimasto quello della pubblicizzazione dei servizi e quello delle scontistiche”.

Liberati (M5s)

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