Liberati, M5s, riutilizzare casette di legno post terremoto 97, sono a Foligno

presenti ben 730 prefabbricati in legno, collocati nei Comuni colpiti dai sismi

Terremoto, Spagnoli, le casette di legno vuote e l’arroganza della sinistra…
casette legno

“La Giunta regionale si attivi per riutilizzare parte dei prefabbricati impiegati nel post sisma del 1997 in favore degli sfollati del recente terremoto: le casette in legno sono per lo più in buone condizioni e largamente disabitate e potrebbero essere smontate e utilizzate per le esigenze di Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto”. Lo propone il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, con una interrogazione in cui chiede all’Esecutivo di Palazzo Donini “se e quando intenda provvedere con urgenza, in accordo coi Comuni, per la ricollocazione di parte delle strutture in legno nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto, soddisfacendo rapidamente le esigenze degli sfollati, dando certezze alle famiglie, evitando di disperdere inutilmente e contro la loro volontà le persone, allontanandole dagli affetti, dalle attività, dai ricordi, dai loro stessi paesi”.

Nell’atto ispettivo Liberati spiega che “in Umbria sono già presenti ben 730 prefabbricati in legno, collocati nei Comuni colpiti dai sismi del 1997/98: 354 sarebbero nel Comune di Foligno, 267 a Nocera Umbra, 99 a Sellano e 10 a Gualdo Tadino.

Le strutture, ormai affidate ai Comuni, sono largamente disabitate e si trovano per lo più in buone condizioni grazie all’onerosa manutenzione in carico agli enti locali”. Per il consigliere di opposizione risulta “evidente che un numero cospicuo di professionisti potrebbe effettuare rapidamente lo smontaggio delle casette, il trasferimento e la ricollocazione altrove, dando immediate e concrete risposte ai cittadini non interessati al contributo per l’affitto (autonoma sistemazione), scongiurando così sia le incertezze dovute alla stagione fredda, sia il doloroso allontanamento di famiglie che, invece, non devono in alcun modo essere sradicate dalle proprie comunità, dai propri affetti, dal proprio lavoro”.

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