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Il sindaco dimissionario Bandecchi sfida il destino politico di Terni
Il sindaco dimissionario Stefano Bandecchi ha gettato la città di Terni nel vortice di una profonda crisi istituzionale, il giorno successivo al consiglio comunale che ha segnato la sua dichiarazione di resa dei conti. Bandecchi, tuttavia, non ha ancora chiarito il destino delle sue dimissioni, sottolineando la necessità di rafforzare i “pilastri deboli”. La sua posizione ambigua tiene la comunità sospesa, nonostante le lettere di scuse e le richieste di ritrattare.
Il sindaco ha respinto le etichette di appartenenza politica, affermando che il suo partito non segue il modello del PD né della destra, denunciando la presenza di correnti interne. L’obiettivo dichiarato è porre fine alle fratture all’interno del partito, specialmente tra alcuni assessori e il vicesindaco Riccardo Corridore. Sergio Cardinali, ex sindacalista, è stato inserito nella giunta per sostituire un dissidente, e Bandecchi ha sottolineato la necessità di accettarlo e consentirgli di svolgere il proprio ruolo.
Bandecchi ha enfatizzato il suo comando, sottolineando la sua volontà di abbandonare la poltrona, se necessario, mettendo in pausa l’intera attività amministrativa per venti giorni. La decisione di sospendere la città ha scatenato reazioni contrastanti, con alcune voci che temono possibili ripercussioni sulla macchina elettorale.
Le tensioni di Bandecchi hanno radici nel fallimento del congresso di gennaio e in altre questioni irrisolte, tra cui il tema delle partecipate. La questione degli assessorati, considerati cruciali per il destino della città, è al centro della sua attenzione, con la tentazione di un riassetto ma una ricerca complicata di figure competenti.
Con la scadenza delle dimissioni alle porte, Bandecchi si trova di fronte a un bivio: risolvere le questioni irrisolte o confermare la sua decisione di rinunciare. Le opposizioni manifestano inquietudine, con proposte di coalizione tra centrodestra e centrosinistra per le prossime elezioni. Il clima è teso, e il consiglio comunale di domani si presenta come una tappa cruciale nel futuro di Terni, intriso di incertezza e tensioni politiche.
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