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Il Pd di Perugia punta sui consigli di quartiere
Elezioni amministrative, il Pd di Perugia parte dalla partecipazione. Questa mattina, in conferenza stampa, il segretario Sauro Cristofani, insieme a Francesca Pasquino, Federico Balducci e Lorenzo Ermenegildi Zurlo, della segreteria comunale, ha presentato alla stampa il progetto dei democratici sull’istituzione dei consigli di quartiere. “Si tratta di un primo passaggio – ha sottolinea Cristofani – che risponde alla volontà del Partito Democratico di riconquistare la città non in virtù di somme algebriche ma sulla base di un progetto chiaro, condiviso e portatore di una visione alternativa a quella delle destre”.
“Partiamo dalla partecipazione – dunque – che troppo spesso, in questi anni, è stata relegata ai rapporti interpersonali. Noi crediamo, invece, che il cittadino deve essere attore del suo contesto non solo nell’urna; deve avere la possibilità e gli strumenti di intervenire concretamente per dare il suo contributo allo sviluppo della città e del territorio. Questo è un tema su cui è netto il discrimine che divide la visione del modo di governare delle destre e la nostra”.
“Il documento – ha spiegato Cristofani – dettagliato e concreto, risponde alla volontà non di enunciare un auspicio ma di proporre un cambiamento, a partire dall’idea che Perugia deve riscoprire la sua capacità di elaborazione. Ai consigli di quartiere consegniamo ruoli e funzioni innovativi, con un occhio alle esigenze della città. Non devono essere luoghi di ratifica ma di proposta, in cui cittadini e amministrazione possono trovare un punto di incontro fattivo, che non assorbe soltanto”.
I consigli immaginati dal Pd saranno in parte elettivi e in parte non elettivi. “La società è cambiata – ha detto Cristofani. Un associazionismo diffuso, presente sul territorio, e la natura dei partiti che non possono, da soli, interpretare tutto quello che si muove nel territorio, richiedono un radicale cambio di prospettiva”. E allora, i consiglieri eletti lo saranno su base di autocandidature, ovviamente sostenute da un adeguato numero di firme, e non in liste di partito. Questo “per sbloccare e moltiplicare il più possibile le risorse dei cittadini che pongono la loro disponibilità a interpretare istanze e soluzioni”.
Ad affiancare gli eletti ci saranno, per un terzo dei componenti, rappresentanti scelti dalle realtà associative rappresentative del territorio. Il numero dei consigli andrà da 8 a 10 e saranno omogenei per numero di componenti. Avranno diritto di voto i minorenni a partire da 16 anni e gli extracomunitari residenti da più di 5 anni. Ci sarà la possibilità del voto on line, perché “dobbiamo essere in grado di convogliare al meglio le nuove tecnologie a disposizione”.
“Il documento – ha aggiunto Cristofani insieme a Balducci – è il frutto di una discussione partecipata negli organismi e condivisa con le forze della coalizione e con i circoli territoriali. Un lavoro intenso, collegiale, proficuo che sarà consegnato nelle mani del candidato sindaco e portato in partecipazione con i cittadini”. E questo segna una profonda diversità anche nel metodo: “Si parte dalle idee, si condividono”. Prossime priorità: come muoversi a Perugia e l’accesso ai servizi.
“Altre città simili – ha ricordato il segretario – per estensione e numero di abitanti hanno fatto, negli anni, percorsi di partecipazione. E’ Perugia che non è in linea con il resto del Paese, E’ Perugia che ha perso il contatto con le innovazioni della rappresentanza e con la società, è rimasta al palo. E noi vogliamo coprire questa carenza per ridare ai cittadini un nuovo protagonismo”.
I costi? Quelle dei consiglieri saranno prestazioni gratuite. Sedi e figure fisiche andranno reperite tra le disponibilità dell’amministrazione. Unica voce le elezioni, che non possono essere svolte in concomitanza con quelle comunali.
Che Perugia sia rimasta al palo è vero, al palo in cui l’aveva lasciata decenni di gestione della sinistra. Che poi il PD voglia costruire un contatto con la società civile per ridare ai cittadini un nuovo protagonismo, sono solo parole soltanto parole da campagna elettorale. Basta pensare alle promesse dell’attuale Sindaco che si capisce quanto contano i proclami in campagna elettorale.