FdI ha l’asso pigliatutto Zaffini: “Siamo pronti per Perugia e Regione”
FdI pigliatutto – Franco Zaffini, senatore e presidente della commissione sanità, lavoro e welfare di Palazzo Madama, la sua ultima battaglia politica l’ha vinta a Terni come segretario regionale di FdI. Con un centrodestra in pezzi ha spinto sin dall’inizio su un nome di partito, il vicesindaco Orlando Masselli, e nonostante un pezzo dei meloniani si fosse schierato più o meno apertamente per la riconferma di Leonardo Latini, lui ha avuto la meglio. Il partito ha avuto la meglio.“E’ la politica. FdI ha fatto quello che deve fare il primo partito della coalizione”, spiega in un’intervista al Corriere in cui non possono mancare domande su sanità, lavoro e prossimi appuntamenti elettorali.
di Alessandro Antonini e Giuseppe Silvestri
C’è chi dice che alla fine di un braccio di ferro lei ha avuto la meglio sulla parte “perugina” del suo partito. Questa è la ricostruzione giornalistica. In realtà Terni ha una sua storia e non c’è stata una prova muscolare … o la volontà di imporre il maggior numero di consensi di FdI. C’è stata una valutazione oggettiva delle condizioni politiche di Leonardo Latini nei confronti della città.
Nessuno disconosce il buon lavoro ma negli ultimi tempi la sua posizione rispetto a pezzi importanti di Teni, non ultimo il suo partito, si è andato deteriorando. Masselli è una figura che dà maggiore energia alla capacità amministrativa e assicura un rinnovamento profondo della squadra di governo. Garantisce che le scelte strategiche di fondo del centrodestra rimarranno le stesse. E Latini? Che farà ora? Conosco Leonardo sin da ragazzo e sono convinto che resterà nella squadra del centrodestra. Ripeto, non è stata una prova muscolare. Tre mesi fa avevamo espresso la nostra disponibilità alla sua riconferma, poi però sono cambiate le cose e, ripeto, abbiamo fatto quello che deve fare il primo partito della coalizione.
Lo farete il prossimo anno anche a Perugia, dove va scelto un candidato visto che Romizi è a fine corsa? E poi la Regione? Intanto vinciamo a Terni, sono convinto che ci riusciremo, visto che il centrosinistra è a dir poco frazionato: quello che doveva essere un campo largo ed è diventato un pollaio. Neanche un allevamento, ma un piccolo pollaio di campagna. Loro ci avevano lasciato un’eredità disastrosa, con un bilancio ancora bloccato per quanto fatto in precedenza e Masselli ne sa qualcosa.
Anche per questo è la persona giusta per la candidatura. Su Perugia certamente faremo la nostra proposta e ci sono le condizioni per indicare un nostro nome: la scelta su Terni non è un handicap o un ostacolo, come ha rappresentato qualcuno, per ottenere il candidato al Comune di Perugia. Al contrario, si è rotto un sortilegio: per la prima volta FdI ha indicato un nome e il resto della coalizione ha dato l’ok. La Lega in particolare ha fatto una scelta molto responsabile.
Un giudizio su Tesei? Va premesso che la scelta dei candidati governatori regionali si fa sul tavolo nazionale. Decide Roma. Detto questo, se dai livelli regionali esce uno scenario da Libro Cuore dove tutti sono d’accordo, è difficile che i dirigenti nazionali ci rimettono le mani. Sull’amministrazione regionale io non ho mai risparmiato critiche, anche aspre, ma va considerato che il centrodestra è arrivato a governare dopo 50 anni e sono clamorosi i disastri lasciati dal centrosinistra sui vari settori, dalla sanità ai trasporti. Poi c’è stato il Covid.
Di sicuro in questo anno e mezzo dovrà tornare la politica e dovranno tornare i partiti. Da qui al voto, dobbiamo far vedere come governerà il centrodestra nei prossimi cinque anni. Sulla sanità è difficile recuperare, o no? La sanità non è in particolare emergenza, l’Umbria ha gli stessi problemi di tutte le Regioni d’Italia: le spese Covid anticipate, la mancanza dei medici, le liste d’attesa. Il nostro governo ha fatto il possibile, considerando che buona parte della manovra è stata concentrata sul contrasto al caro bollette.
Ora vanno operate delle scelte e la gente deve capireRoma. Detto questo, se dai livelli regionali esce uno scenario da Libro Cuore dove tutti sono d’accordo, è difficile che i dirigenti nazionali ci rimettono le mani. Sull’amministrazione regionale io non ho mai risparmiato critiche, anche aspre, ma va considerato che il centrodestra è arrivato a governare dopo 50 anni e sono clamorosi i disastri lasciati dal centrosinistra sui vari settori, dalla sanità ai trasporti. Poi c’è stato il Covid.
Di sicuro in questo anno e mezzo dovrà tornare la politica e dovranno tornare i partiti. Da qui al voto, dobbiamo far vedere come governerà il centrodestra nei prossimi cinque anni. Sulla sanità è difficile recuperare, o no? La sanità non è in particolare emergenza, l’Umbria ha gli stessi problemi di tutte le Regioni d’Italia: le spese Covid anticipate, la mancanza dei medici, le liste d’attesa. Il nostro governo ha fatto il possibile, considerando che buona parte della manovra è stata concentrata sul contrasto al caro bollette. Ora vanno operate delle scelte e la gente deve capire che non possono più esserci gli ospedali generalisti come un tempo.
Bisogna ragionare per reti cliniche e l’università deve fare la sua parte per garantire qualità. Po noi non ci tireremo indietro. Su Terni stiamo lavorando a un’importante operazione finanziaria sull’ospedale: il mio parere per questioni di ammodernamento tecnologico e anche di marketing è che occorre una nuova struttura, da realizzare nei pressi della superstrada e al confine col Lazio, per attrarre pazienti. Abbiamo ereditato un disastro, con le figure migliori in fuga, ora grazie all’apporto dell’università e le aziende integrare dobbiamo recuperare. Vanno ricreate 3-4 scuole. Lei è stato critico sulla convenzione.
Lo è ancora? Abbiamo depositato una posizione dettagliata di FdI sulla convenzione che andrà aggiornata. Il direttore regionale Massimo D’Angelo sta lavorando al piano dei fabbisogni, alla spartizione degli incarichi degli apicali e alla definizione delle reti assistenziali. Insieme a questo crediamo che servano criteri comuni di valutazione delle performance, a cui sottoporre ospedalieri e universitari, su liste d’attesa, spesa farmaceutica, mobilità attiva e passiva.
Va recuperato l’apporto della sanità territoriale e per questo contiamo di anticipare rispetto al piano sanitario il taglio dei distretti sanitari da 12 a 4. E vanno coinvolti i medici di medicina generale. Il lavoro da fare è tanto, come dicevo hanno lasciato un disastro. L’Umbria è una delle ultime regioni senza Ircss. Bisogna rimediare. L’ateneo, che è un pezzo importante dell’apparato istituzionale e con la ricerca può farci aumentare in qualità sul fronte dell’assistenza.
Ma fino ad ora i rapporti non sono stati idilliaci con il rettore… Non riuscirete a farmi parlare male del rettore. Certo, si nota una difficoltà a mettersi in discussione. Prevale a volte una sorta di autocelebrazione. Noi della politica invece lo siamo sempre, in discussione. Detto questo l’università, lo ripeto, è una componente fondamentale della società tutta. Le scelte fatte sino ad ora non sempre sono state condivise, pensiamo ai direttori. Si è perso tempo rispetto alla scelta di qualche direttore. Del resto dopo la vittoria storica in Regione c’erano due possibilità: o l’usato sicuro o il cambiamento. Si è scelto ragionevolmente quest’ultimo. Ci è stato anche detto che non lo abbiamo fatto a sufficienza. Forse, dico io, siamo stati ingannati da qualche curriculum.
Lei era per la Rosignoli a Perugia: c’è ancora questa possibilità? No, non c’è alcuna possibilità che Gigliola Rosignoli possa tornare in Umbria. Abbiamo perso tempo. Spero che comunque ci derà una mano. Cambiamo argomento: trasporti. L’aeroporto? I trasporti sono la seconda voce di bilancio e l’aeroporto è senza dubbio una delle migliori cose fatte dal centrodestra. E’ emblematica, in positivo, come tante altre azioni portate a termine. Quello che ha fatto Melasecche, con il suo attivismo, merita un plauso. Ha portato a casa trattative importanti, vedi quella con Fs per i nuovi treni. Ora va ridiscusso il contratto.
E auspico una nuova governance per Umbria mobilità. Lavoro, la seconda gamba della sua maxi commissione. Come va in Umbria? Arpal è all’altezza? La riforma Arpal è stata più attenta all’architettura delle strutture che alle cose concrete da fare per ottenere risultati migliori sull’occupazione. Certo, i dati ci dicono che l’Umbria è collocata in buona posizione rispetto al Cen-tro Sud. Bene l’attivismo di Sviluppumbria e della presidente Michela Sciurpa. A livello di programmazione serve individuare i settori che trainano veramente l’economia e far bere i cavalli che corrono. Basta finanziamenti da 10 mila euro. L’occupazione non si crea mai per decreto ma questi di sicuro non servono. Torniamo alla politica, a Perugia siete pronti a fare il bis.
Facciamo già qualche nome? Marco Squarta come presidente del consiglio regionale è automaticamente in pole? Sì Squarta è uno dei nomi ma deve scegliere lui. Poi valuteremo. E’ stato bravo in una maggioranza variopinta dell’assemblea legislativa a tenere al riparto la maggioranza dai marosi. Ha dimostra–to serietà e caparbietà. Gli va dato merito.
Io però gli ho consigliato un’altra strada: l’Umbria deve avere un rappresentante forte all’Ue. Sino ad oggi tutti gli europarlamentari sono subentrati in corsa. E’ il momento di far eleggere un candidato umbro. E Squarta sarebbe un buon candidato, per incidere sulla politica europea in modo “ascendente”, ossia durante la formazione delle politiche e non protestando dopo che le scelte sono state fatte. Così fanno gli altri Paesi. Per questo, serve un accordo con le altre regioni, Lazio, Marche e Toscana.
I presupposti ci sono: i buoni rapporti con la segreteria nazionale, l’esperienza fatta da Emanuele Prisco come commissario nelle Marche. Sarebbe un successo straordinario. Se non ci riesce oggi FdI non ce la farà mai più. Terni, Perugia, l’Ue e anche la Regione: non sarà troppo? Agli altri partiti della coalizione non lasciate niente? Ripeto, le candidature dei governatori vengono decise dai livelli nazionali. Ma, certo, FdI può ambire anche a Palazzo Donini. Ci sono anche altre elezioni e altri ruoli da considerare: ad esempio ad oggi (dopo Terni sempre meglio specificare) non metterei mai in discussione S t e f a n o Zuccarini come sindaco di Foligno.
E a Umbertide appoggiamo Carizia. (Sono entrambi della Lega, ndr). Zaffini ma dopo tutti questi anni e tutto questo impegno, gli restano ancora energia e idee per la nostra Regione? Sento forte la responsabilità del ruolo e di essere all’altezza: questo è il momento delle sfide, la prima su tutte quella lanciata dalla nostra leader Giorgia Meloni per cambiare l’Italia. La sento spesso, tutti siamo chiamati a non deluderla, anche io anzi io per primo.
Dal Corriere dell’Umbria di oggi
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